Paese in provincia di Rieti è uno di quelli con meno abitanti in Italia (180): l’impianto sportivo non è a norma e non ci sono i contatori dell’acqua. La comunità sopravvive grazie al municipio, a un fornaio e alla posta. Ma ora la scure della manovra rischia di soffocarlo definitivamente. E il sindaco avverte: "Abbiamo ridotto tutto e non c’è niente da vendere, qui chiudiamo"
“I nuovi tagli sono un bel problema perché abbiamo già tagliato il tagliabile negli anni scorsi e ricorrere alla leva fiscale, in un piccolo comune, non ha alcun effetto”, dice Dominici che è un sindaco pendolare: vive a Rieti ma viene fin quassù tutti i giorni da sette anni. La paga: 350 euro netti al mese. Questo il costo della politica per i cittadini di Paganico. Lui apre e chiude il municipio perché da tre anni non c’è segretario comunale. Non ci sono scuole: per l’istruzione ci sono convenzioni con altri paesi, così come per il pulmino per gli alunni, ribattezzato “finché dura”. Apriamo il libro dei conti. Paganico rinunciando a due dipendenti, segretario e responsabile dei servizi, negli ultimi tre anni ha fatto economia per 150mila euro. In cassa quest’anno ne rimangono 40mila. Tutti buoni per la gestione della spesa corrente. “Un tempo si facevano delle cose, c’erano progetti ma ora anche i rubinetti per la compartecipazione regionale si sono chiusi, anche perché dovremmo mettere un 10-20% al finanziamento e questo significa svuotare quel che resta della cassa”.
Paganico ha un centro sportivo. Mica roba da ricchi: c’è il campetto, la rete, gli spogliatoi. Sono stati fatti recentemente lavori di manutenzione per 60mila euro. Non la messa a norma delle strutture che richiederebbe quasi altrettanto. Agli abitanti tocca tenerselo così com’è, sperando non capiti nulla perché altrimenti sono davvero guai. “Vorrei risolvere il problema ma non ci sono i margini”, spiega il sindaco che ha ipotizzato anche l’aumento di qualche tariffa. Ma l’effetto, data la popolazione, sarebbe davvero risibile. Un tempo Paganico faceva dei mutui perché lo Stato si ergeva a garante della rata e finiva come una partita di giro. Ora anche questa porta è chiusa. L’eventuale rata sarebbe a carico esclusivo del municipio che nelle condizioni di Paganico ormai ben poco può garantire.
“I miei concittadini leggono i giornali o guardano la tv ma non hanno capito quanto è grave la situazione. Pensano che il problema sia legato ai costi della politica e che l’amministrazione, la loro compresa, ne faccia parte e quindi possa ridurre ulteriormente le spese. Si accomodino. Non c’è più nulla da ridurre. Abbiamo perfino il ragioniere in convenzione. Ci parlano di accorpamento a Roma, ma di fatto qui è tutto accorpato da tempo”. E intanto, ogni progetto della micro giunta ritorna nel cassetto: parcheggi, manutenzione della rete idrica, delle strade, etc. “Io ho 64 anni e ho visto tutta la parabola di Paganico Sabino, sotto i miei occhi, tra le mie mani di sindaco. Un ulteriore taglio senza altre possibilità di risparmio significa portare a zero il bilancio. Non avere più soldi per essere comunità. A Roma volevano ridurre i comuni e abolire quelli montani. Non lo faranno direttamente. Forse hanno deciso di farlo per via indiretta, semplicemente zoffocandoli a furia di togliere loro l’ossigeno che li teneva in vita”.