Alle 15.30 di oggi è stato firmato l’accordo tra la Lega di serie A e l’Assocalciatori. Da venerdì (primo anticipo stagionale, Milan – Lazio), comincia il campionato che è slittato di un turno a causa dello sciopero indetto dai calciatori la scorsa settimana. Ma non è la fine della lunga vicenda che ha tenuto sotto scacco il calcio italiano in questa lunga estate di carte e tribunali. E’ soltanto una tregua. Già, perché il documento che ha ricevuto l’ok del presidente della Lega Maurizio Beretta e di quello dell’Assocalciatori Damiano Tommasi ha una data di scadenza, il 30 giugno 2012. Prima di questo termine, le due parti dovranno incontrarsi nuovamente per definire e concordare le linee guida del contratto collettivo di cui tanto si è parlato nei giorni scorsi. Sembra facile, ma non lo è. Perché se non arrivassero ad un accordo, è probabile che riprenderanno i tafferugli a mezzo stampa per convincere gli appassionati circa la necessità dello scontro.
La notizia della firma sull’accordo-ponte era stata confermata un paio di giorni fa da Tommasi, che di fronte alle parole di distensione spese dai massimi rappresentanti dello sport di casa nostra, Giovanni Petrucci in primis, ha detto sì a un documento che lo convinceva soltanto a metà. Chiusa la faccenda sul contributo di solidarietà, messo da parte dal governo, restava infatti sul tavolo la questione sul tanto discusso articolo 7, quello che regolamentava i margini di manovra delle società in merito ai giocatori fuori rosa. E qui passi avanti non ne sono stati fatti. Perché presidenti e giocatori avranno trenta giorni da oggi per trovare un’interpretazione condivisa. Se non ci sarà l’intesa, varrà il parere formale del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, che in questo caso interpreterà il ruolo di arbitro a tutti gli effetti.
Subito dopo la firma, un Beretta soddisfatto ha dichiarato che “valeva la pena di fare una vertenza così dura. Le società hanno ottenuto molto di quello che volevano. E’ un accordo profondamente innovativo”. Tommasi non si è fatto scappare l’assist e ha replicato: “Si gioca e credo che vada dato atto ai calciatori italiani del loro buon senso in questa trattativa. Se i club hanno ottenuto molto – ha aggiunto il numero uno dell’Aic – significa che non ci sarà bisogno di discutere più di tanto per il nuovo contratto che dovrà andare oltre questo accordo ponte”. Pace fatta? Nemmeno per sogno. Ma giocare conviene a tutti, meglio rimandare il confronto.