Il premier tenta di rassicurare il Capo dello Stato. Ma il Presidente della Repubblica gli ricorda che il testo va rafforzato. Così si preannuncia una nuova finanziaria già per Ottobre
Napolitano (che aveva chiesto poche ore prima un intervento piu incisivo direttamente al Senato) avrebbe capito la fragilità di questa maggioranza anche in vista di un possibile (e sempre piu inevitabile) doppio voto di fiducia, decidendo di non infierire, ma strappando a Berlusconi un promessa: dopo l’approvazione definitivo del decreto, le correzioni che sono rimaste fuori dall’articolato a causa dei veti incrociati e delle resistenze interne all’esecutivo dovranno trovare un nuovo momento di intervento. Insomma, si va verso una ‘manovra quater’ già a metà ottobre.
Soprattutto, si tratterà di trovare delle misure robuste per far fronte a quelle entrate che si è già messo in conto non potranno arrivare in alcun modo dalla lotta all’evasione. Ovviamente, la parola più ricorrente ieri notte nelle stanze di Palazzo Chigi è stata “Iva”; la ricalibrazione delle aliquote e l’innalzamento di un punto percentuale di quel 20%. Berlusconi, ancora una volta, ha detto ‘no’ all’ipotesi di una patrimoniale, ma il rischio che Napolitano gli ha esposto è che le montagne russe della borsa finiscano per logorare ulteriormente non solo i nostri conti, ma anche la credibilità internazionale del Paese, arrivando ovviamente a travolgere il governo e la maggioranza che lo sostiene. Dunque, la situazione è delicata, basata su un equilibrio fragile. Un’emergenza chiarissima agli occhi del Capo dello Stato che, tuttavia, Belusconi insiste nel non voler vedere in profondità.