Varato ufficialmente il Vignali-ter: ieri sera, al termine di una riunione di maggioranza, il sindaco ha sciolto le riserve e ufficializzato la nuova giunta. Al di là delle (scontate) conferme dei fedelissimi, il rimpasto – terzo della serie in quattro anni di governo a Parma – fa registrare alcune novità di rilievo.

In primis, su tutte, spunta la creazione di un assessorato “ad hoc” alle Partecipate, alla cui guida il primo cittadino ha chiamato un tecnico, Vincenzo Simonazzi: al di là del dato politico, innegabile e su cui già all’opposizione si è fatta sentire (il referato è stato tolto dalle mani di uno dei “falchi”, anzi il numero due dell’esecutivo stesso, il vicesindaco Paolo Buzzi), non sfugge come il risanamento dei conti attraverso il controllo delle società satelliti dell’Amministrazione (a tutt’oggi una trentina, responsabili del “buco” milionario che ha portato il Comune sull’orlo del “default”) sia diventato ormai una priorità improrogabile e improcrastinabile. Forte al punto di creare un assessorato ad hoc dal nulla a poco più di 8 mesi dal voto per il rinnovo del Consiglio comunale.

Tra i nuovi volti – che vanno a sostituire i dimissionari Roberto Ghiretti, Lorenzo Lasagna, Francesco Manfredi, Cristina Sassi e l’agente Ferdinando Sandroni, cioè la componente civica della precedente giunta – anche Carlo Alberto Cova, ex campione del mondo di pallavolo e attuale dipendenti Eni alle Politiche per le attività motorie e sportive, Andreana Scapuzzi Bassanetti al Sociale (assessorato in cui convergono Inclusione, Assegnazione alloggi Erp, Politiche di parità e Tso) ed Eugenio Ceci, già candidato sindaco, cui vanno Politiche urbanistiche ed edilizie e Qualità urbana, tolta a Paolo Conforti, il vero, unico bocciato (non si è mai dimesso) di questo rimpasto.

Unico punto interrogativo, l’ultimo nodo da sciogliere, la possibilità di un incarico come consigliere personale del sindaco in materia di immigrazione da affidarsi a Sergio Benito Boscarato, ex generale dei Carabinieri ed attuale consigliere comunale di maggioranza. Una curiosità: Boscarato, in lo  passato, è stato il superiore di Giovanni Maria Jacobazzi, ultimo comandante della Polizia municipale di Parma, finito in manette conscandalo Green money, all’epoca della sua precedente esperienza nell’Arma.

A completare la squadra che proverà a traghettare Parma al voto della prossima primavera, i riconfermasti Davide Mora (che oltre alla Mobilità acquisisce la delega all’Ambiente) e tutti gli assessori in quota Pdl : oltre a Buzzi di cui si è detto, restano dunque con le precedenti deleghe i vari Giorgio Saiello (Lavori pubblici), Giovanni Paolo Bernini (Disabilità, scuola e infanzia), Gianluca Brogli, (Bilancio), Fabio Fecci (Sicurezza, Protezione civile e Polizia municipale), Mario Marini (Cultura, Personale e Turismo) e Paolo Zoni (Politiche per il Commercio e l’artigianato).

Capitolo agenzie: sciolta quella per l’Associazionismo (l’ex titolare, Ferdinando Sandroni, è lo stesso che aveva “rivelato” l’intenzione di Vignali di ricandidarsi, subito smentita dall’interessato che evidentemente non deve aver gradito), quella alla Qualità urbana confluisce nell’Urbanistica con Famiglia e Salute che restano nelle mani degli unici “sopravissuti” Cecilia Maria Greci e Fabrizio Pallini.

Sei giorni di riflessione sono stati dunque sufficienti a Pietro Vignali per varare una giunta di 12 assessori e 2 agenti: gli interrogativi, sciolti i dubbi sulle new entry, restano quelli di sempre, cioè evitare il crac (il “buco” viaggia stabilmente attorno ai 500 milioni) saldando i conti e provando a rientrare nel frattempo o almeno tenere sotto controllo le situazioni debitorie delle partecipate. Problemi di fronte ai quali il rischio di non realizzare il nuovo Palasport, non completare in tempo utile la nuova stazione ferroviaria e non ricevere i fondi a titolo di risarcimento per la mancata realizzazione della metropolitana (questione ancora al palo dopo il ricorso della Regione al Tar) appaiono addirittura – ed è tutto dire – vicende secondarie. (f.nit.)

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