Antonio Di Pietro scende in piazza con i lavoratori, ma con un obiettivo pratico. “Abbiamo riempito le strade di banchetti per raccogliere le firme per chiedere un referendum che cancelli la legge elettorale”. L’opposizione, però, è divisa sulla raccolta firme, in primis i “tentennamenti” del Pd di Bersani. “Sul porcellum molti esponenti del Pd vengono a firmare, ma che il partito democratico – dice Di Pietro – stia raccogliendo le firme come partito strutturato, mi pare che non sia così, tanto è che il suo segretario ha detto che ‘le firme le raccoglie la società civile, non le raccoglie il partito’, allora io vorrei dire a Bersani: ‘Ma che cavolo stai dicendo?’, perché se fossimo un partito al governo allora puoi dire: ‘Siamo in Parlamento, abbiamo la maggioranza, facciamo la legge e cambiamo il Porcellum’, ma se siamo all’opposizione e siamo un partito di minoranza, come possiamo cambiarla se non con un referendum? E chi vuoi che la faccia la raccolta firme: i certificati, i timbri, le autentiche, vuoi che la faccia la società civile? ‘Ah Luì e daje, svejate'”. Poi il leader dell’Idv interviene sul caso Penati. “Penati già si era sospeso dal partito, il problema di fondo è che tutti siamo curiosi di sapere, se veramente esisteva un dr Jekyll e mr Hyde, perché nessuno poteva immaginare tutto quello che sta venendo fuori. Penati si è sospeso, io personalmente ritengo che faceva meglio a darci un taglio netto, la sospensione – conclude – è come coloro che sono sospesi, non è ne acqua ne vino”.
Servizio di David Perluigi, riprese e montaggio Paolo Dimalio