Alitalia parlerà francese. Il suo destino è ormai chiaro: Air France-Klm, che ne ha già acquisito il 25% (a basso prezzo, all’inizio del 2009: “Merci Silvio” titolò il quotidiano Les Echos), dovrebbe prendere il controllo della nostra compagnia aerea a partire dal 2013, quando gli azionisti potranno vendere liberamente a chi vogliono. Ad Air France, il colosso dei cieli. Macinatore di utili. Salvatrice della malmessa compagnia di bandiera italica. Ma dall’acquisto del 2009 a oggi la stabilità del gigante con le ali è cambiata. Non poco.
Perché il colosso franco-olandese, numero due del settore in Europa, è una delle vittime illustri dell’ultima tempesta finanziaria. E’ sempre più traballante e preoccupata che alle bufere dei listini faccia seguito una recessione, con l’inevitabile calo del traffico aereo. Sarebbe duro da sopportare per un gruppo già in difficoltà. Nei giorni scorsi i vertici di Air France-Klm hanno messo le mani avanti: con ogni probabilità dovranno varare un piano per ridurre i costi (fra i 700 e gli 800 milioni di euro) e un nutrito pacchetto di licenziamenti (tra i 5 e i 10mila dipendenti sui 58mila totali). Quindi nel 2013 il gruppo potrebbe non riuscire ad acquistare Alitalia.
Il titolo Air France-Klm ha perso il 53,4% rispetto al primo gennaio scorso. In pochi mesi il gruppo ha ceduto oltre la metà della sua capitalizzazione, scivolata sotto i due miliardi di euro. Air France-Klm cade. Il titolo nell’indice Sbf 120, che raccoglie le principali capitalizzazioni della Borsa di Parigi, è quello che ha registrato la peggiore performance dall’inizio dell’anno. Anche le azioni dei maggiori rivali europei della compagnia sono andate giù, ma non così tanto (Lufthansa il 33% e Iag, dal 24 gennaio scorso, quando questa alleanza fra British Airways e Iberia è diventata operativa, il 46%).
A fine giugno l’indebitamento netto di Air France-Klm ammontava a sei miliardi di euro contro 1,4 per Lufthansa e 480 milioni per Iag. Il gruppo franco-olandese non ha ancora pienamente digerito la crisi nel trasporto aereo del 2008 e del 2009. Un mese fa i vertici del gruppo davano per scontato un bilancio 2011 in attivo. Ma a tale eventualità a Parigi ormai non crede più nessuno. La compagnia, ancora più delle altre, ha subito i contraccolpi delle “primavere arabe”, lo sbocciare della democrazia in vari Paesi del Maghreb e del Vicino Oriente, che però ha avuto riflessi negativi sul traffico aereo: Air France-Klm non ha saputo riadattare sufficientemente i suoi programmi di volo verso destinazioni come l’Egitto e la Tunisia. Molti aerei, in sostanza, volano vuoti.
Altro problema: per ridurre i costi, soprattutto del personale (gli stipendi assorbono un terzo del fatturato rispetto a un quarto per Lufthansa e per Iag), già un anno fa Air France-Klm aveva annunciato una nuova organizzazione dei voli a breve-medio raggio, le cui basi logistiche saranno spostate in parte nelle città della provincia francese (si comincia da Marsiglia in ottobre). Ma pure questo programma procede a rilento. E Easyet e Ryanair, i principali rivali su tali rotte, hanno già avuto il tempo di reagire. C’è poi la crisi finanziaria. Con possibile recessione. Tra le compagnie aeree europee proprio Air France-Klm appare la più vulnerabile. A riprova di tutto questo, un incontro lunedi’ scorso voluto dai vertici dell’azienda (che è controllata per il 15,7% dallo Stato francese e per il 9,8% dai dipendenti) con i sindacati per ventilare la possibilità di tagli su tutti i fronti. Air France-Klm salverà Alitalia? Prima deve pensare a salvare se stessa.