La manovra arriva in Senato e finalmente mostra i suoi contenuti definitivi. Come annunciato ieri al termine del vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli (leggi), il testo contiene – fra i punti più importanti – l’aumento dell’Iva di un punto (dal 20 al 21%), l’introduzione del contributo di solidarietà del 3 per cento per i patrimoni sopra i 300 mila euro e l’adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014 . Assegnato alla commissione Bilancio del Senato per un parere di congruità, la nuova versione del decreto, dopo il passaggio in commissione, tornerà in aula per essere votata intorno alle 20 di questa sera. La relazione tecnica che accompagna il maxi-emendamento spiega come l’entità complessiva della manovra salga a 54,265 miliardi nel 2013, anno in cui dovrà essere raggiunto il pareggio di bilancio. La manovra di ferragosto valeva 49,865 miliardi nel 2013 a cui si aggiunge il valore del maxi-emendamento per lo stesso anno pari a 4,399 miliardi.
Sale di un punto l’aliquota Iva dal 20al 21%. “L’aliquota dell’imposta è stabilita nella misura del ventuno per cento della base imponibile dell’operazione”. L’aumento scatta a decorrere dall’entrata in vigore della legge di conversione della manovra: in pratica il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. L’innalzamento porterà un maggiore gettito di 700 milioni di euro nel 2011 e di 4.236 dal 2012.
Deroga al blocco del turn over. Il testo contine anche la deroga al blocco del turn over delle Regioni sottoposto al piano di rientro dal deficit sanitario. La finanziaria del 2005 prevedeva un blocco automatico del turn over del personale del servizio sanitario delle Regioni sottoposto ad un piano di rientro dal deficit. Il maxi emendamento prevede che il Ministero della Salute, di concerto con l’Economia, dispone la deroga su richiesta della stessa Regione, qualora tale deroga sia necessaria “ad assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza” e a conseguire “risparmi derivanti dalla corrispondente riduzione di prestazioni di lavoro straordinario”. La deroga dovrà essere inoltre compatibile “con la ristrutturazione della rete ospedaliera e con gli equilibri di bilancio sanitario”.
Adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato dal 2014. L’anticipo dell’allineamento dell’età pensionabile delle donne lavoratrici del settore pubblico a quello delle donne impiegate nel pubblico porterà risparmi per le casse dello Stato di 90 milioni nel 2105, che saliranno progressivamente a 720 nel 2021. La nuova versione della manovra prevede un anticipo sia dell’avvio (2014) che dell’entrata a regime dell’allineamento (2026). Dunque nel 2014 ci sarà un incremento di un mese all’età per accedere alla pensione. Negli anni successivi l’aumento sarà scalettato secondo una precisa tabella: due mesi nel 2015 (con un cumulato di 3), altri tre nel 2016 (cumulato 6 mesi), 4 mesi nel 2017 (10 mesi cumulati), 5 mesi nel 2018 (cumulato di 15 mesi), 6 mesi nei successivi anni fino al 2025 (qui il cumulato raggiungerà i 57 mesi); altri 3 mesi saranno aggiunti nel 2026 per un cumulato definitivo di 60 mesi che segnerà l’entrata a regime. La relazione tecnica prevede risparmi per 90 milioni euro nel 2015, 275 milioni nel 2016, 400 nel 2017, 507 nel 2018, 630 nel 2019, 675 nel 2020 e 720 nel 2021.
Allenatate norme anti-evasione. Si allenta la norma della manovra che prevede il carcere per chi evade oltre 3 milioni di euro. Perché scattino le manette l’ammontare dell’imposta evasa dovrà essere superiore al 30% del volume d’affari. Nel maxi-emendamento si prevede infatti che la sospensione condizionale della pena prevista all’articolo 163 del codice penale “non trova applicazione nei casi in cui ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni: l’ammontare dell’imposta evasa sia superiore al 30% del volume d’affari; l’ammontare dell’imposta evasa sia superiore a tre milioni di euro”.
Salta norma su certificazione dei debiti contratti dalle PA con le imprese. La misura approvata in commissione Bilancio – su cui il governo era stato battuto – dava la possibilità alle banche di poter riscattare i debiti delle imprese ma ora non compare nel testo del maxi-emendamento.
Salvi Accademia della Crusca e mini-enti. Il maxi emendamento alla manovra salva l’Accademia della Crusca e quella dei Lincei. Il testo del governo ha infatti recepito il contenuto di un emendamento bipartisan approvato in commissione Bilancio del Senato che eliminava la soppressione prevista dal decreto degli Enti pubblici non economici con meno di 70 dipendenti. Tra essi sono appunto le due storiche istituzioni culturali che così sopravvivono.
Contributo di solidarietà del 3% per i redditi oltre i 300mila euro. Il contributo di solidariera’ sui redditi superiori ai 300 mila euro potra’ essere prorogato “anche per gli anni successivi al 2013, fino al raggiungimento del pareggio di bilancio. Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, l’efficacia delle disposizioni”, si legge nel testo, “può essere prorogata anche per gli anni successivi al 2013, fino al raggiungimento del pareggio di bilancio”. L’introito netto per la finanza pubblica del contributo di solidarietà ammonterà a 53,8 milioni di euro per il 2012 e di 144,2 nei successivi due anni. L’ammontare annuo del contributo ammonterà a 269 milioni di euro annui. Ma il gettito netto diminuisce a causa della sua deducibilità, il che porterà un minor gettito sia sull’Irpef (210 milioni nel 2012 e 120 nei due anni successivi) che sulle addizionali regionale (meno 3,6 milioni) e comunale (1,2 milioni).
Controlli prorogati di un anno per condono del 2002. Per i soggetti che hanno aderito al condono del 2002, i termini per l’accertamento ai fini dell’imposta sul valore aggiunto pendenti al 31 dicembre 2011 sono prorogati di un anno.
Impatto sul deficit. Il maxi-emendamento impatta positivamente sul deficit per 4,342 miliardi di euro nel 2012, 4,399 mld nel 2013 e 4,389 mld nel 2014. Nel 2011 invece l’impatto sull’indebitamento netto è di 700 milioni. Quasi tutto il gettito aggiuntivo arriva dal ritocco dell’aliquota Iva dal 20 al 21%.