Operazione trasparenza in Slovenia. Per contrastare la dilagante corruzione nel Paese, è stato lanciato un nuovo portale online per monitorare la spesa pubblica addirittura a partire dal 2013. Tutto su Internet, dalle spese dei politici agli appalti per le grandi opere. Una ventata di trasparenza che almeno nelle intenzioni dovrebbe provare a risollevare le sorti di un governo allo sbando tra misure di austerità e scandali politici. La maggioranza guidata dal socialdemocratico Borut Pahor rischia infatti di non arrivare alle prossime elezioni dell’autunno 2012.
Supervizor, il nuovo portale lanciato dalla commissione anti-corruzione, permette ai cittadini di sorvegliare le spese del palazzo, che troppo spesso è finito nell’occhio del ciclone per scandali e bustarelle. Come il caso, ultimo in ordine cronologico, di Katarina Kresal, ex ministro agli Interni, dimessosi il 10 agosto per un sospetto caso di corruzione e seguita a ruota da altri cinque colleghi. Un duro colpo sia per l’immagine della classe politica slovena che per il governo di Pahor, il cui partito Liberalna demokracija Slovenije (Lds) occupa adesso solo 33 seggi su 90 in Parlamento. Secondo la rivista economica Slovena Finance, il ministro Kresal “non ha fatto altro che confermare il potere dei circoli d’influenza della politica slovena che operano al limite della legalità seguendo soltanto il binomio denaro-potere”.
Sarà l’influenza della vicina Italia, ma la corruzione nel paese balcanico ha una storia lunga quanto la sua indipendenza, proclamata dalla Jugoslavia vent’anni fa. Il possibile successore di Pahor, Janez Jansa, conservatore e già al governo dal 2004 al 2008, si era distinto per un sospetto caso di mazzette (900mila euro) su un giro di affari con un’industria di armamenti finlandese. L’inizio del dibattimento è previsto per i primi di settembre.
Insomma, nel caso le accuse venissero confermate, in tema di corruzione la Slovenia rischia di passare dalla padella alla brace, tant’è che anche Bruxelles comincia a guardare a Lubiana con preoccupazione. Corruzione e bisticci politici si aggiungano a una situazione economica tutt’altro che rosea. Dall’inizio della crisi economica nel 2008 il debito pubblico della Slovenia (circa 16 miliardi di euro) è passato dal 22,5 per cento al 43 del Pil che a sua volta è sprofondato dell’8% nel solo 2009. Raddoppiato anche il tasso di disoccupazione, oggi al 12%, con oltre la metà dei ragazzi dai 18 ai 34 anni che vivono ancora con i genitori per motivi economici (la media europea è del 46%).
Nella sua prima apparizione in pubblico dopo le dimissioni della Kresal, il Premier Pahor ha promesso un riesame del budget statale e tagli per 364 milioni di euro entro la fine dell’anno. Janez Jansa, che non aspetta altro che l’ennesimo passo falso dell’attuale governo per anticipare le elezioni, promette misure di austerità che risanino le casse dello Stato. In questo clima è stata lanciata l’operazione trasparenza veicolata dal portale Supervizor, salutato dalla stampa nazionale forse con troppo ottimismo. “Con questa montagna di dati online che fanno luce su crimine e clientelismo, chiunque si troverà ad amministrare fondi pubblici ci penserà due volte prima di intascarsene un po’”, scrive il quotidiano di area liberale Delo.