Caro Bersani, caro Di Pietro, dovreste trovare il coraggio, oggi, tra poche ore, anzi la lucidità, di un gesto politico di alto valore simbolico, e dunque di grande efficacia: il regime vuole far passare l’indecente decreto anticostituzionale con la fiducia. Non partecipate alle votazioni in Senato. Riunite tutti i parlamentari dell’opposizione in piazza, nell’adiacente piazza Navona, dove è in atto un presidio “a staffetta” (ieri la Fiom, oggi il movimento per i beni comuni), rinitevi insieme alla Fiom, alla Cgil, ai movimenti della società civile, in una grande assemblea pubblica di una necessaria e pacifica “Pallacorda”. E in questa assemblea prendete il solenne impegno per un referendum contro gli articoli del decreto (se e appena approvato) che regalano ai Marchionne e alle Marcegaglia (grandi e piccoli) l’arbitrio di licenziare a volontà.

E altrettanto solennemente rivolgete anzi al presidente della Repubblica l’invito a non firmare: se perfino Susanna Camusso dice che il decreto calpesta la Costituzione, chiedere a Napolitano che non firmi è davvero il minimo. Parlamentari dell’opposizione e movimenti, nella stessa piazza, per gli stessi obiettivi, e a votare un decreto di rapina solo i rapinatori delle cricche di regime. Sono immagini che farebbero il giro del mondo. Non sarebbe affatto un “Aventino”, sarebbe il segno che da questo momento l’opposizione si fa sul serio, fino alla liberazione del paese dal governo criminale che sta riducendo l’Italia a macerie. Avreste con voi la schiacciante maggioranza dei cittadini. Cos’altro aspettate, che in mano a questi cialtroni/banditi l’Italia finisca come la Grecia o anzi l’Argentina di dieci anni fa?

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