La manovra arriverà in aula alla Camera per la discussione generale lunedì prossimo. Per inserire il pareggio di bilancio in Costituzione servirà una legge approvata dai due terzi delle Camere. Nel pomeriggio incontro tra Regioni e Anci, che ha annunciato una mobilitazione per giovedì prossimo
Terminato il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi dopo un’ora e mezza di seduta. Il Cdm ha approvato il disegno di legge per introdurre in Costituzione il principio del pareggio di bilancio (che sarà un vincolo costituzionale a partire dal 2014) e quello sull’abolizione delle province. Al loro posto, unioni di Comuni e Città metropolitane. Queste ultime comprendono una grande città e i comuni a essa legati per questioni economiche, sociali, di servizio, e territoriali. Per l’ordinamento giuridico il territorio della città metropolitana coincide con il territorio di una provincia o di una sua parte e comprende il comune capoluogo. La manovra arriverà in aula alla Camera per la discussione generale lunedì prossimo. Probabilmente il voto finale sarà tra mercoledì e giovedi: la data non è ancora certa perché non è stato raggiunto un accordo politico su questo punto.
Per inserire il pareggio di bilancio in costituzione servirà una legge approvata dai due terzi delle Camere. Nell’articolo 1 del ddl sul pareggio si legge: “La Repubblica, in conformità ai vincoli economici e finanziari che derivano dall’appartenenza all’Unione Europea, persegue l’equilibrio dei bilanci e il contenimento del debito delle pubbliche amministrazioni, anche assicurando le verifiche a consuntivo e le eventuali misure a correzione”. Il pareggio del bilancio, fortemente caldeggiato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, riguarderà anche gli enti locali.
All’ordine del giorno non figurava il tema del taglio del numero di deputati e senatori, oggetto comunque di disegni di legge di iniziativa parlamentare il cui iter è iniziato ieri al Senato. Si è conclusa anche la riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dove si è ribadita, come nei mesi scorsi, la “netta contrarietà” dei due enti alla manovra. In corso l’incontro tra i governatori delle Regioni e i rappresentanti dell’Anci, che ha annunciato una mobilitazione dei sindaci per giovedì prossimo. L’associazione nazionale dei comuni italiani presenterà alla Corte Costituzionale un ricorso sugli articoli 4 (privatizzazione e liberalizzazione) e 16 (piccoli comuni) della manovra.