Piuttosto acceso il primo Consiglio comunale dell’ex “Stalingrado d’Italia” dopo la pausa estiva. E dopo l’inchiesta per tangenti che ha coinvolto anche l’ex sindaco Filippo Penati. Il primo cittadino Giorgio Oldrini è stato pesantemente contestato durante la seduta dedicata, tra le altre cose, proprio alla discussione del Piano di intervento integrato sulle aree Falck. Mentre stava per prendere la parola, dai banchi riservati al pubblico si è levata la contestazione: un coro di “dimissioni, dimissioni”, animato soprattutto da esponenti del movimento “Giovani padani”. Gli stessi che poi hanno esposto due grandi striscioni con scritto: “Noi sestesi rapinati, voi amici di Penati” e “Foeura de ball”. La polizia ha poi mandato via i manifestanti.
Ma gli esponenti del Carroccio non sono stati i soli a esprimere critiche nei confronti di Oldrini. Da più parti tra i cittadini che hanno deciso di presenziare alla seduta del Consiglio, si levavano accuse verso “i politici chiacchieroni che tirano solo l’acqua al proprio mulino”.
C’era anche Piero Di Caterina, l’imprenditore sestese che per primo, con le sue dichiarazioni, ha fatto partire l’inchiesta sul giro di tangenti. E che, ancora una volta, ha confermato le sue accuse che coinvolgono anche Penati: si tratta di un sistema strutturato, per cui i vertici “non potevano non sapere”, ha commentato Di Caterina.
Durante la seduta i consiglieri del Pdl hanno accusato la giunta di aver aumentato, nel corso dei numerosi passaggi di proprietà, le volumetrie delle ex acciaierie Falck. Oldrini, però, non pare proprio intenzionato a cedere la sua poltrone: “Non vedo perché mai dovrei fare un passo indietro, io non ho ricevuto nessun avviso di garanzia”. Anzi, ha aggiunto il sindaco, “proprio in un momento difficile come questo penso che sia importante assumersi le proprie responsabilità”.