Dalla tv siriana al Rai il colonnello smentisce le indiscrezioni sulla fuga all'estero. L'ambasciatore Usa a Tripoli: "Lui è ancora pericoloso". Allarme in Ciad e Sudan per il ritorno dei miliziani del Darfour che hanno combattuto per il regime libico
Secondo il dittatore deposto, i ribelli “vogliono indebolire il nostro morale”, quindi “non sprecate tempo con questo debole e ignobile nemico”. I giovani libici “sono ora pronti ad aumentare la resistenza”, ha continuato. “Sconfiggeremo la Nato e la Nato verrà respinta dal popolo libico”.
L’ambasciatore americano in Libia, Gene Cretz, ha affermato che Gheddafi è ancora un “pericolo” per la nuova Libia, e lo sarà fino a quando lui e la sua famiglia resteranno in libertà. “Continuare ad averli liberi da qualche parte in Libia o fuori dal Paese pone un pericolo per gli sforzi del Consiglio nazionale transitorio di creare un governo”, ha detto il diplomatico parlando a Washington. “E’ molto importante per il Cnt processare Gheddafi, ora che l’uomo forte è stato rovesciato e che le sue forze sono state in gran parte sconfitte”.
Intanto gli eserciti del Ciad e del Sudan sono stati messi in stato d’allerta in seguito alla diffusione della notizia del rientro in patria delle milizie impiegate in Libia nei mesi scorsi come mercenari in difesa del regime di Muammar Gheddafi. Secondo quanto riporta il giornale arabo ‘al-Quds al-Arabi’, stanno facendo ritorno in Sudan, attraverso il territorio ciadiano, i ribelli sudanesi del Darfour che hanno combattuto a fianco del colonnello libico. Si tratta degli uomini del Movimento per la Giustizia e l’Uguaglianza, il più grande gruppo ribelle del Darfour.