Le Torri gemelle sono state abbattute con un’esplosione controllata, piano dopo piano. Il Pentagono è stato colpito da un missile, e non da un aereo. Gli aerei dirottati erano imbottititi di esplosivo (e i loro passeggeri, rapiti, sono stati uccisi altrove e gettati nell’Oceano). Il building 7 del World Trade Center, accanto alle Twin towers, è stato demolito intenzionalmente e non è crollato per effetto del fuoco. Israele ha concepito e organizzato l’attacco, per provocare un conflitto globale tra Stati Uniti e mondo arabo (e il Mossad avvertì gli ebrei che lavoravano nelle Due Torri di starsene a casa la mattina dell’11 settembre).
Nessun evento, dai tempi dell’assassinio a Dallas di JFK, ha fatto sorgere così tante idee e teorie complottiste. Secondo molte di queste, largamente presenti in Rete, l’11 settembre sarebbe frutto di una cospirazione del governo americano per imporre un regime autoritario e ridare ossigeno, attraverso le spese militari e il controllo delle fonti energetiche, al capitalismo declinante. I primi dubbi circa la versione ufficiale dell’attentato sono d’altra parte antichi, e risalgono ai momenti immediatamente successivi al crollo dei grattacieli. Come raccontato da Robbyn Swan e Anthony Summers, autori di The Eleventh Day: The Full Story of 9/11 and Osama bin Laden, già nel pomeriggio dell’11 settembre un ragazzo di nome David Rostcheck lasciò la poltrona davanti al televisore, dove aveva assistito al disastro, si mise al computer. In una chatroom scrisse: “Sembra che non si sia trattato di un incendio ma di una demolizione controllata. Se non ci dicono qualcosa di più nei prossimi giorni, allora c’è davvero qualcosa di strano”.
Da quel pomeriggio le teorie complottiste si sono moltiplicate. Se alcuni ambienti propizi alla diffusione hanno scarsissima credibilità (la teoria del complotto sionista è stata per esempio rilanciata da autori che negano l’Olocausto, e non ha alcun fondamento: un morto su dieci dell’11 settembre era ebreo), in molti altri casi l’idea della cospirazione è cresciuta negli ambienti accademici, tra ex-funzionari della Cia e dell’Fbi e tra le stesse fila dell’esercito Usa. Uno tra i più conosciuti propagatori di dubbi circa la versione ufficiale è per esempio un professore di teologia, David Griffin, che ha scritto nove libri per dimostrare che gli attentati “furono concepiti all’interno dell’apparato statale americano” per giustificare davanti all’opinione pubblica internazionale la guerra in Medio Oriente.
Con gli anni questo genere di teorie si sono estese ben al di là dei circoli ristretti dell’accademia e degli esperti ed appassionati di intelligence. Un sondaggio del 2006 indicava che un americano su tre riteneva che l’amministrazione Bush avesse in qualche modo mentito (o progettando direttamente gli attentati, o non facendo nulla per evitarli, in modo da poter invadere l’Iraq). Il fenomeno ha assunto dimensioni tali da condurre il governo americano a pubblicare nel 2009 un documento sul suo sito per chiarire i principali dubbi. Senza molto successo. I truthers, i sostenitori del complotto, continuano a diffondere le loro tesi e a seminare dubbi (grazie anche allo straordinario volano offerto dalla Rete). Ecco dunque quattro delle tesi complottiste più accreditate (e le ragioni che le rendono poco credibili).
- Il vicepresidente Dick Cheney ordinò all’aviazione militare americana di non alzarsi in volo e di non intercettare gli aerei dirottati. Questo spiegherebbe il ritardo nella capacità di reazione dell’amministrazione Bush. La versione ufficiale ruota invece sulla mancanza di coordinamento tra organi di controllo del traffico aereo civile (Faa) e aviazione militare. Il carattere multiplo degli attacchi, un sistema contraereo concepito ai tempi della Guerra Fredda e rivolto all’esterno del Paese, la disattivazione degli strumenti di identificazione a bordo, sarebbero gli altri elementi capaci di spiegare la lentezza nella reazione.
- Una delle teorie complottiste più diffuse (sostenute per esempio nei libri di Steven Jones, un fisico della Brigham Young University) riguarda la possibilità che le Due Torri siano state abbattute attraverso una serie di cariche esplosive coordinate (tesi che sembrerebbe accreditata dalle immagini delle esplosioni nei piani alti degli edifici). In realtà, ogni demolizione controllata di un edificio avviene facendo brillare i piani inferiori. Di più. Una ricerca del National Institute of Standards and Technology ha concluso che l’impatto degli aerei contro le Due Torri danneggiò in modo definitivo le colonne portanti. 10 mila galloni di benzina, distribuiti su più piani, fecero scoppiare gli incendi. Sotto l’effetto di temperature altissime, i pavimenti cominciarono a curvarsi, mentre anche le colonne perimetrali si piegavano e mettevano in atto una serie di processi dinamici che portarono al definitivo collasso.
- In 9/11. The Big Lie, il francese Thierry Meyssan ha sostenuto che il Pentagono fu distrutto da un missile, e che resti di un aereo furono portati sul luogo per simulare il disastro. In realtà, decine di corpi di passeggeri e membri dell’equipaggio furono trovati nella zona dell’impatto. L’aereo fu visto volteggiare sopra il Pentagono, e fu fotografato da molti. Nessuna prova che indichi la distribuzione dei resti di un aereo sul luogo del disastro è mai stata trovata.
- Alcuni truthers sostengono che gli aerei dirottati erano imbottiti di esplosivo, e che furono fatti esplodere con un meccanismo telecomandato a distanza. I presunti passeggeri a bordo sarebbero stati uccisi altrove, e i loro corpi poi scaricati nell’Oceano. Anche qui ci sono prove che dimostrano in modo inequivocabile la presenza dei passeggeri a bordo degli aerei dirottati. Le telefonate partite dai velivoli, e dirette a familiari e amici dei passeggeri, furono fatte con i telefoni presenti sul retro delle poltrone.
Mondo
Usa, in dieci anni le teorie complottiste
sull’11 settembre si sono moltiplicate
Nessun evento dall'assassinio di Kennedy ha fatto sorgere un numero così elevato di ricostruzioni alternative alla versione ufficiale. Dal ruolo di Israele, al complotto interno, fino all'imbottitura di esplosivo dei grattacieli
Nessun evento, dai tempi dell’assassinio a Dallas di JFK, ha fatto sorgere così tante idee e teorie complottiste. Secondo molte di queste, largamente presenti in Rete, l’11 settembre sarebbe frutto di una cospirazione del governo americano per imporre un regime autoritario e ridare ossigeno, attraverso le spese militari e il controllo delle fonti energetiche, al capitalismo declinante. I primi dubbi circa la versione ufficiale dell’attentato sono d’altra parte antichi, e risalgono ai momenti immediatamente successivi al crollo dei grattacieli. Come raccontato da Robbyn Swan e Anthony Summers, autori di The Eleventh Day: The Full Story of 9/11 and Osama bin Laden, già nel pomeriggio dell’11 settembre un ragazzo di nome David Rostcheck lasciò la poltrona davanti al televisore, dove aveva assistito al disastro, si mise al computer. In una chatroom scrisse: “Sembra che non si sia trattato di un incendio ma di una demolizione controllata. Se non ci dicono qualcosa di più nei prossimi giorni, allora c’è davvero qualcosa di strano”.
Da quel pomeriggio le teorie complottiste si sono moltiplicate. Se alcuni ambienti propizi alla diffusione hanno scarsissima credibilità (la teoria del complotto sionista è stata per esempio rilanciata da autori che negano l’Olocausto, e non ha alcun fondamento: un morto su dieci dell’11 settembre era ebreo), in molti altri casi l’idea della cospirazione è cresciuta negli ambienti accademici, tra ex-funzionari della Cia e dell’Fbi e tra le stesse fila dell’esercito Usa. Uno tra i più conosciuti propagatori di dubbi circa la versione ufficiale è per esempio un professore di teologia, David Griffin, che ha scritto nove libri per dimostrare che gli attentati “furono concepiti all’interno dell’apparato statale americano” per giustificare davanti all’opinione pubblica internazionale la guerra in Medio Oriente.
Con gli anni questo genere di teorie si sono estese ben al di là dei circoli ristretti dell’accademia e degli esperti ed appassionati di intelligence. Un sondaggio del 2006 indicava che un americano su tre riteneva che l’amministrazione Bush avesse in qualche modo mentito (o progettando direttamente gli attentati, o non facendo nulla per evitarli, in modo da poter invadere l’Iraq). Il fenomeno ha assunto dimensioni tali da condurre il governo americano a pubblicare nel 2009 un documento sul suo sito per chiarire i principali dubbi. Senza molto successo. I truthers, i sostenitori del complotto, continuano a diffondere le loro tesi e a seminare dubbi (grazie anche allo straordinario volano offerto dalla Rete). Ecco dunque quattro delle tesi complottiste più accreditate (e le ragioni che le rendono poco credibili).
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Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.
(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.