Anche mentre sta per finire, il regime ha i suoi servi. Per esempio tutti coloro chehanno laboriosamente contribuito alla messa in scena detta “Giro della Padania”, dal Coni alle varie federazioni sportive alle autorità compiacenti, agli sponsor privati. Escludo dalla lista la polizia.

Un accidente della storia ha voluto che diventasse ministro dell’Interno un infiltrato nella Repubblica italiana che viene dalla Padania e che vuole la secessione dall’Italia, uno che sulla Padania ha giurato prima di giurare nelle mani del Capo dello Stato (e nessuno gli ha detto niente),uno che fa il ministro italiano in cravatta verde (e tutto vestito di verde la domenica) e che si trova a comandare la nostra polizia.

Nessuno aveva mai tanto umiliato gli agenti, funzionari e ufficiali della Polizia di Stato ordinando misure di ordine pubblico, e persino interventi e cariche, a difesa di un luogo che non esiste. Infatti chiunque sa che la Padania non esiste, che è una trovata tipo ” la pasta del capitano” (parlo di pubblicità dei tempi andati) a cui manca però la buona volontà di fornire il prodotto.

E cosi’ accade, negli ultimi giorni di esistenza politica del grande sponsor di tutti i peggiori eventi che hanno segnato la nostra vita pubblica, di vedere ciclisti veri e professionali che pedalano in un territorio italiano che una banda separatista (ma anche governativa, caso unico nella storia) chiama “Padania”. E invece si sono lasciati trasformare (e pagare ) in galoppini politici di un patetico movimento al tramonto.

Come sa bene Tarantini, il grande Sponsor vede e provvede. Quel che è cambiato, caro Calderoli, è l’umore del pubblico. E’ gente che vive e lavora da quelle parti, non giudici e presidi meridionali mandati apposta per poltrire nel Varesotto. E’ gente vera, del luogo, che, se usasse il linguaggio del ministro Bossi, direbbe che, di questi tempi, il carnevale in bicicletta della della Padania gli fa “girare le balle”.

I leghisti tentano di dire che sono tutti comunisti coloro che si oppongono al giro ciclistico di un Paese che non c’e. E’ più probabile che si tratti di cittadini messi di cattivo umore dalla quinta manovra e dalla faccia di tolla (come si dice al Nord ), di gente che apre e inaugura ministeri che non esistono, fa il giro ciclistico di un luogo che non c’è e poi vota compatta, con il sistema della fiducia (che vuol dire “niente discussione”) una “manovra” cattiva quasi solo per chi lavora. Se fossi Bossi ripenserei anche all’altra buffonata, quella dell’acqua del Po, seguita dal tricolore al cesso. Sarà il caso, con l’aria che tira?

Il Fatto Quotidiano, 10 settembre 2011

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