I familiari delle vittime della strage all'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato: "Vergogna, una persona degna si doveva dimettere il giorno dopo l'incidente" . Tafferugli tra No Tav e forze dell'ordine, salta il dibattito. Il Pd dà la colpa "ai centri sociali"
Una festa movimentata quella del Partito Democratico a Genova. Tra gli ospiti era stato invitato l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. Ma il suo intervento non è mai andato in scena: troppe le proteste nei suoi confronti, il dirigente è stato costretto a lasciare in anticipo il porto antico del capoluogo ligure scortato dalle forze dell’ordine. Ci sono stati dei tafferugli, nei quali è rimasto ferito anche un addetto alla sicurezza del Pd.
Ad animare la rimostranze sono stati, da un lato, i parenti delle vittime di Viareggio in cui morirono bruciate 32 persone. Dall’altro, un gruppo di No tav.
Che ci sarebbero state delle contestazioni era prevedibile e previsto. Attorno al palco allestito per ospitare il dibattito con Moretti c’erano le gigantografie con le immagini delle 32 che persero la vita il 29 giugno del 2009. “Una persona degna si doveva dimettere il giorno dopo l’incidente, invece lui è ancora lì”, ha accusato Daniela Rombi, presidente dell’associazione Il mondo che vorrei. “Si vanta di aver risanato il bilancio delle Ferrovie, ma lo ha fatto tagliando sulla sicurezza”, ha aggiunto. La donna era insieme ad una quarantina di viareggini, tutti persone che hanno perso coniugi, padri e figli nella strage. I famigliari delle vittime di Viareggio si sono anche avvicinate al dirigente di Trenitalia, che si è dichiarato “convinto che i responsabili verranno fuori”, aggiungendo anche di “volere la verità”.
Inutili i tentativi da parte di Matteo Mauri, responsabile nazionale trasporti del Pd e moderatore della serata, di calmare la rabbia della gente: “Vergogna, assassino, infame”, ha urlato la folla dalla platea.
L’altro fronte della protesta è stato quello dei manifestanti contro il traforo della Val di Susa, che hanno prima srotolato uno striscione con su scritto “La Tav non passerà”, poi hanno cominciato a gridare “giù le mani dalla Valsusa”. Quando la polizia, in assetto antisommossa, ha creato un cordone davanti ai manifestanti, sono cominciati i lanci di fumogeni, gli spintoni e sono volate delle sedie. Nei tafferugli è rimasto ferito da una bottigliata alla schiena anche Marco Priano, un addetto alla sicurezza del Pd.
L’ad delle Ferrovie dello Stato era stato contestato anche l’anno scorso durante la festa democratica di Livorno e anche in quell’occasione il dibattito era stato annullato. Ma su quanto accaduto ieri a Genova il Pd punta il dito contro i centri sociali: “Il partito ha subito un’aggressione da parte di sedicenti no Tav”, ha detto il responsabile nazionale trasporti Matteo Mauri, che ha aggiunto: “La stragrande maggioranza dei contestatori erano dei centri sociali di Genova, siamo spiaciuti per i famigliari delle vittime di Viareggio, la cui protesta è stata invece legittima e pacifica”.