Il ministro potrà costruire una villa da 1.500 metri cubi sulla collina più bella del paese in provincia di Lecco. Il Consiglio comunale si è spaccato: per l'opposizione è "scandaloso edificare in quel luogo di massimo pregio". E nemmeno la responsabile del Turismo è contenta: avrebbe voluto una volumetria almeno doppia
Per una che il premier ha definito un cane da polpaccio (“quando ti afferra non ti molla più”), non è facile accontentarsi di un risultato parziale. E il ministro del Turismo voleva una villa più grande. Di almeno 3.000 metri cubi, come previsto dalle bozze sull’ambito di trasformazione numero 3 del Pgt. Quello che riguarda gli oltre 40mila metri quadrati dei terreni acquistati da La Bruijta srl. Nome curioso, quello della società della Brambilla e del compagno Eros Maggioni: invertendo la ‘i’ con la ‘j’, viene fuori una parola che in spagnolo vuol dire ‘streghetta’, ‘piccola strega’. Ma questa volta l’incantesimo non è riuscito.
Eppure di concessioni ne sono state fatte. Come quella di spostare il serbatoio dell’acquedotto che ora è proprio in mezzo al terreno. E oltre alla villa potrà essere realizzato un “ricovero per animali domestici” da mille metri cubi. Lì magari verranno a vivere i cani, i gatti, i cavalli, le galline, gli asini e i piccioni che ora affollano il giardino della casa di via Manzoni, poco più a valle, dove la ministra animalista è cresciuta. Tutto questo, però, non conta. E la delusione del Pgt è arrivata pochi giorni dopo un altro “sgarbo” dell’amministrazione guidata dal leghista Paolo Arrigoni: quelle multe per l’affissione abusiva dei manifesti che servivano a trovare Cartier, la cagnolina del ministro che si è smarrita.
Per la giunta non è nemmeno stato facile far passare quei 1.500 metri cubi. Mercoledì scorso in Consiglio comunale c’è voluta una seduta che alle tre di notte non era ancora finita. La maggioranza, di cui fanno parte il Carroccio e un pezzo di Pdl legato ai Circoli della libertà della Brambilla, ha votato compatta, nonostante qualche imbarazzo all’interno della Lega. Mentre l’opposizione proprio non ne voleva sapere. “E’ un favore al ministro – accusa il consigliere di Sel Corrado Conti -. E’ scandaloso che si edifichi su quella collina, dove i terreni fanno parte di un’area agricola di interesse strategico. E dove il vecchio piano regolatore prevedeva la realizzazione di strutture pubbliche. Per non parlare dei problemi che potrebbero derivare dallo spostamento del serbatoio dell’acqua”. Ma non è solo la sinistra a non volere la nuova villa. Anche quella parte di Pdl che non sostiene la giunta di Arrigoni, infatti, ha votato contro l’adozione del piano. “Abbiamo il massimo rispetto per il ministro che è della nostra stessa forza politica – spiega Vito Carlo Rella -. Ma questo non c’entra con gli interventi urbanistici. Lei è uguale a tutti i cittadini della zona collinare che vorrebbero costruire. E quella collina è di massimo pregio”. Ribatte il sindaco: “Chi parla di regalo al ministro e cementificazione della collina, dice sciocchezze. Non abbiamo voluto favorire nessuno: lo dimostra che abbiamo concesso meno di quanto richiesto”.
Ora ci saranno 60 giorni per presentare osservazioni e apportare modifiche al Pgt. E, di certo, se ne vedranno delle belle. Perché a Calolziocorte quella villa non la vuole quasi nessuno. E Michela Vittoria Brambilla non è una che demorde.