È stato bello, e sono grata a Sky per avermi consentito quest’esperienza spiritualmente intensa: ho visto pensare Frattini.

L’occasione è stata il decimo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle, un tema su cui sono stati versati fiumi di lacrime e oceani di parole. Una bella giornalista bruna, Pina Esposito, con evidente trepidazione, poneva domande vaste, sulla memoria di quell’evento epocale.

Il volto del ministro, in un supremo anelito “analfa-buddista”, esprimeva il vuoto assoluto coniugato con la più cristallina ignoranza . Non un concetto, non un’idea, non un’analisi. Gli occhi parevano persi, lontani dalla fronte spaziosa come dalla bocca reticente. A un certo punto i lineamenti, gradevolmente standard, si irrigidirono per lo sforzo e, finalmente, egli così descrisse il primo impatto: “La prima cosa è: sono in un film o è vero? E poi invece era vero”.

Va detto che non era ancora ministro degli Esteri, bensì delle “Funzione pubblica”. Ma copriva, come ha orgogliosamente ricordato, l’incarico di “coordinatore dei servizi di intelligence”. Intelligence?

Il Fatto Quotidiano, 11 settembre 2011

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