Scontrini non emessi per qualcosa come mezzo milione di euro. Questo è quello che risulta dai dati della nuovissima applicazione “tassa.li”. Realizzata in due giorni da giovani imprenditori di Torino, durante uno Startup Weekend, e dunque quasi per gioco, consente di segnalare gli scontrini non emessi in qualunque luogo d’Italia. Tramite sistema Gps, il possessore di iPad, iPhone o di smartphone con sistema operativo Android può inviare (scaricando in maniera del tutto gratuita l’applicazione) importo, categoria professionale dell’evasore, e località. Il tutto compare sulla cartina del sito in tempo reale, aggiornando i risultati automaticamente.
Tassa.li nasce alla fine di giugno, e dunque i risultati sono ancora del tutto parziali, ma già molto significativi: mentre scriviamo, su 2559 segnalazioni, l’importo evaso nel nostro Paese è di 433.112,42 euro.
In Emilia Romagna (regione che si piazza a un ottimo quarto posto) i soldi sottratti al fisco durante l’estate sono 18267.1, e più di 3.000 nella sola città di Bologna, per 30 segnalazioni – il che significa in media un’evasione di 100 euro a prestazione – che segue Milano, Roma, Torino e Palermo. “Naturalmente questo per ora dipende dalla diffusione dell’applicazione: è il 20% degli italiani a possedere un’iPhone – precisa il giovane ideatore Edoardo Serra – Ma stiamo lavorando per implementare la piattaforma allagandola al web, che così darebbe la possibilità al 100% dei cittadini di partecipare”.
Anche la provincia di Modena e Ravenna fanno la loro parte, con rispettivamente 2599.5 e 6965.55 euro autonomamente “detratti” al fisco.
I “piccoli prodigi con l’hobby della delazione”, come sono stati definiti sul web da uno dei pochi commenti sfavorevoli, spiegano invece che l’anonimato del “delatore” e dell’evasore sono garantiti, perché non è richiesto alcun dato che possa rintracciare l’esercizio commerciale o le persone fisiche. Le coordinate Gps, infatti, danno una misura solo approssimativa, perché come spiega il giovane imprenditore, “questo strumento è pensato per un uso statistico non ufficiale. Sicuramente può dare una mano alle autorità, segnalando il tipo di categoria che evade maggiormente, e le zone più calde”. Infatti ci stiamo accordando con le autorità e gli enti locali per avere i dati della popolazione così da poterli confrontare con le segnalazioni e restituire dati significativi”.
Inoltre, l’anonimato è necessario a garantire l’attendibilità e l’utilità dell’applicazione: “Essendo uno strumento vulnerabile perché esposto alla diffamazione, è necessario tutelarlo da un uso improprio: un commerciante potrebbe utilizzarlo per denunciare un concorrente, per esempio. non potendo rilevare i dati dell’esercizio, chi segnala non ha alcun interesse secondario”.
L’obiettivo è quello di tracciare una mappa del fenomeno e capire quali categorie in quali zone si prendono maggiormente il lusso di evadere il fisco. Tuttavia, ricordiamo che stiamo parlando esclusivamente di commercianti o professionisti, per cui le cifre sono da intendersi relativamente al tipo di importo appartenente a prestazioni che vanno dallo scontrino del bar alla fattura dell’idraulico o di un dentista. “siamo consapevoli – prosegue il ventisettenne torinese “che il grosso dell’evasione avviene tramite transazioni non segnalate, e comunque su ben altri livelli”, e difatti non vuole essere una forma di denuncia, ma “uno strumento utile alla comunità”.