Dalla deposizione del presidente del consiglio dipende il destino di due detenuti, spiega il capo dei pm di Napoli sul "Corriere della Sera". E il mantenimento o meno dello status di parte lesa. Accompagnamento coattivo? "Sono sicuro che non ce ne sarà bisogno"
Del resto Berlusconi “nel nostro processo è parte lesa, io penso sia un suo interesse fornirci la propria versione dei fatti”, afferma Lepore. “Finora non mi è mai capitato che una parte lesa si sottraesse alle domande dei magistrati. Era stato lui a indicarci la data di martedì 13 settembre».
Sono in corso trattative con Niccolò Ghedini, il legale del premier, ma “i tempi sono molto stretti”, precisa il procuratore. Prima di tutto perché quello che Berlusconi dirà avrà effetti sul “destino di due persone che sono attualmente detenute per estorsione”, cioè i coniugi Tarantini. “Per questo è necessario chiarire le modalità dei fatti, soprattutto per quanto riguarda la consegna dei soldi». E sul destino di Berlusconi stesso, che è “parte lesa a meno che non fornisca elementi che delineano una diversa ricostruzione su quanto è accaduto”.
Nell’intervista, Lepore si dice certo che la competenza sul caso, derivato dall’inchiesta barese su Tarantini e sulle escort che forniva al presidente del consiglio, sia della Procura di Napoli. E se Berlusconi facesse melina per evitare di presentarsi a rispondere? I magistrati hanno a disposizione lo strumento dell’accompagnamento coatto da parte delle forze dell’ordine, che però scatenerebbe una tempesta politico-istituzionale.
“Sono sicuro che non ci sarà alcun bisogno di attivare questa procedura”, afferma ancora Lepore. “Del resto è stato lo stesso premier a spiegare di non temere i magistrati. Troveremo una data che vada bene, visto che noi non abbiamo alcun problema né di luogo, né di giorno, né di orario. Soltanto se questo non dovesse accadere valuteremo altre mosse”. Ma se Berlusconi decidesse di presentare soltanto un memoriale scritto, questo “certamente non potrà essere sufficiente”.
Lepore, infine, tira una frecciata al ministero della Giustizia, che su sollecitazione di due parlamentatri del Pdl ha disposto un’ispezione alla Procura di Napoli per fuga di notizie. Il magistrato si dichiara tranquillo, anzi: “Sarà l’occasione per scoprire come mai c’è stata tanta sollecitudine quando è filtrata sul settimanale l’Espresso la frase di un’intercettazione telefonica e invece non è accaduto nulla quando il settimanale Panorama ha pubblicato in maniera pressoché integrale la nostra richiesta di arresto: una fuga di notizie, che certo non è stata provocata da noi, “utilizzata” per avvisare qualcuno di quanto stava accadendo”.