I veleni sono ancora lì, nell’acqua cristallina. Restano bonifiche da eseguire per milioni di euro, gli appalti per terminare le opere iniziate sono bloccati dalle inchieste e intanto un’altra stagione turistica è sfumata e si chiude con l’annuncio di una nuova ondata di tagli. Succede a La Maddalena, l’arcipelago che il governo aveva promesso di convertire dall’isola militarizzata di ieri nella perla turistica del Mediterrano di domani. Com’è andata a finire oggi, si sa: sull’isola sono piovuti 370 milioni di fondi pubblici ma il grande evento, all’ultimo, fu dirottato all’Aquila facendo tramontare il sole sulla Maddalena e lasciando che nell’ombra si muovesse quel “sistema gelatinoso” di affari e politica che faceva la fortuna della Bertolaso Spa. L’ultimo regalo è ancora lì da vedere: il sequestro, a fine maggio scorso, del fondale antistante l’hotel superlusso che l’ex capo della Protezione civile aveva affidato al cognato per 31 milioni di euro e la cui bonifica non sarebbe mai avvenuta. Così l’area è blindata con il suo porticciolo da 500 barche che doveva garantire l’accesso turistico. Il tutto alle porte dell’estate, quando per l’isola doveva patire una nuova stagione turistica, la prima senza filo spinato.
La Maddalena, tradita due volte dal governo e due volte abbandonata. Silvio Berlusconi non ci mette piede da oltre tre anni, da quel vertice bilaterale Italia-Spagna nel quale presentò il sindaco della città a Zapatero con queste parole: “Questo qui? Questo c’è l’ha con me perché gli ho tolto il G8”.
Come dare torto ad Angelo Comiti, il primo cittadino che ha visto tra le sue mani compiere il “sacco de La Maddalena” e ora deve mettere le pezze ai tagli e alzare la voce perché “lo Stato non dimentichi questa città di 12mila abitanti che per 35 anni è stata relegata a presepe delle basi militari”. La manovra con nuovi tagli è fumo per gi occhi. “Mi metto le mani nei capelli perché ancora scontiamo quelli della manovra precedente che ci ha tolto risorse per 460mila euro”, spiega Comiti che ci tiene a distinguere tra i soldi straordinari arrivati dallo Stato e gestiti da altri e i bilancio per la spesa corrente che fa capo alla sua amministrazione. “Qui la gente rischia di non capirci più niente. Alla Maddalena sono arrivati tanti soldi pubblici per interventi straordinari e poi i maddalenini vedono che il Comune fatica a star dietro alla spesa corrente. Ma sono due partite del tutto diverse. Tagliare i fondi all’amministrazione significa metterci in condizioni di dover tagliare dei servizi. Perché sul nostro bilancio municipale quei soldi sono tanti davvero e i tagli pesano, anche se sono una goccia nel mare delle risorse pubbliche che qui sono state spese e a volte in modo a dir poco opaco”.
Ma nella voce di Comiti non c’è resa. Anzi, La Maddalena che è stata al centro di scenari di guerra per gran parte del Novecento alla guerra dei conti va con alcune cartucce. A maggio insieme a 36 città insulari raccolte in associazione nazionale (Ancim) e in rappresentanza di 200mila cittadini ha aderito a un documento da sottoporre a Stato e Regioni. “Un patto per i comuni delle isole perché il federalismo municipale decantato dal governo porti a una finanza di sviluppo”. Nel mirino il patto di stabilità ma anche l’ipotesi di introdurre una “tassa di sbarco” e un biglietto d’ingresso al Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. “Se federalismo municipale deve essere e in una prospettiva di risparmi rispetto ai fondi centrali, allora il governo ci accordi per lo meno la possibilità di imposizione fiscale. Diciamo che io saprei dove prendere i soldi per le opere che mancano. Solo che non lo posso fare”.
Perché non ci sono solo le opere faraoniche del mancato G8 rimaste al palo per mancanza di fondi (10 milioni solo per completare la bonifica dell’ex Arsenale). A La Maddalena ci sono anche le opere ordinarie che il Comune ha avviato per restituire alla città. Strutture come il Nuovo Teatro che è stato comprato alla Curia e riattato alla nuova funzione pubblica con finanziamento europeo o ancora la Cittadella dello Sport con un primo lotto di lavori chiuso e un secondo che deve partire ma senza certezze, perché ogni avanzamento dei lavori deve essere programmato nell’esercizio corrente perché spalmarne il costo su altri anni significa rischiare lo sforamento. “La Maddalena, ma anche Spargi o Caprera sono piene di strutture frutto dell’eredità militare che bisogna riconvertire ma questa azione non può essere lasciata ai comuni, soprattutto se al tempo stesso si chiede loro maggior rigore e sacrifici”. Se la coperta è corta chi rischia di sentire più freddo è il cittadino più esposto. “I bambini, gli anziani che hanno bisogno di servizi sociali. Volete sapere cosa comportano i tagli? Prendete la riforma Gelmini del 2008. Noi abbiamo dovuto adeguarci agli accorpamenti decisi per legge con un istituto comprensivo per la scuola d’infanzia, elementari e medie. In tutto 1.500 alunni e un dirigente che per questioni di risparmio economico sarà a tempo e condiviso, un reggente che sta a Palau e si dovrà occupare da lì della scuola di Sant’Antonio di Gallura e di altre località che distano magari a 40 km dal plesso scolastico, una distanza che è problematica anche per genitori e amministrazioni che si trovano a far convergere lì i ragazzi”. Insomma, il taglio della spesa alla fine è un risparmio puramente contabile. Perché tocca sempre ai cittadini fargli fronte facendosi carico di spese maggiori.
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Cronaca
Comuni d’I-taglia: La Maddalena costretta
a rifarsi con la “tassa di sbarco”
Dopo 35 anni di occupazione militare doveva essere la perla turistica del Mediterraneo. La grande occasione del G8 fa arrivare un fiume di denaro, poi la beffa dello spostamento del vertice all’Aquila, la bufera delle inchieste sugli affari all’ombra del governo e della Protezione civile, i sequestri per le mancate bonifiche e i giri di denaro sospetti
La Maddalena, tradita due volte dal governo e due volte abbandonata. Silvio Berlusconi non ci mette piede da oltre tre anni, da quel vertice bilaterale Italia-Spagna nel quale presentò il sindaco della città a Zapatero con queste parole: “Questo qui? Questo c’è l’ha con me perché gli ho tolto il G8”.
Come dare torto ad Angelo Comiti, il primo cittadino che ha visto tra le sue mani compiere il “sacco de La Maddalena” e ora deve mettere le pezze ai tagli e alzare la voce perché “lo Stato non dimentichi questa città di 12mila abitanti che per 35 anni è stata relegata a presepe delle basi militari”. La manovra con nuovi tagli è fumo per gi occhi. “Mi metto le mani nei capelli perché ancora scontiamo quelli della manovra precedente che ci ha tolto risorse per 460mila euro”, spiega Comiti che ci tiene a distinguere tra i soldi straordinari arrivati dallo Stato e gestiti da altri e i bilancio per la spesa corrente che fa capo alla sua amministrazione. “Qui la gente rischia di non capirci più niente. Alla Maddalena sono arrivati tanti soldi pubblici per interventi straordinari e poi i maddalenini vedono che il Comune fatica a star dietro alla spesa corrente. Ma sono due partite del tutto diverse. Tagliare i fondi all’amministrazione significa metterci in condizioni di dover tagliare dei servizi. Perché sul nostro bilancio municipale quei soldi sono tanti davvero e i tagli pesano, anche se sono una goccia nel mare delle risorse pubbliche che qui sono state spese e a volte in modo a dir poco opaco”.
Ma nella voce di Comiti non c’è resa. Anzi, La Maddalena che è stata al centro di scenari di guerra per gran parte del Novecento alla guerra dei conti va con alcune cartucce. A maggio insieme a 36 città insulari raccolte in associazione nazionale (Ancim) e in rappresentanza di 200mila cittadini ha aderito a un documento da sottoporre a Stato e Regioni. “Un patto per i comuni delle isole perché il federalismo municipale decantato dal governo porti a una finanza di sviluppo”. Nel mirino il patto di stabilità ma anche l’ipotesi di introdurre una “tassa di sbarco” e un biglietto d’ingresso al Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. “Se federalismo municipale deve essere e in una prospettiva di risparmi rispetto ai fondi centrali, allora il governo ci accordi per lo meno la possibilità di imposizione fiscale. Diciamo che io saprei dove prendere i soldi per le opere che mancano. Solo che non lo posso fare”.
Perché non ci sono solo le opere faraoniche del mancato G8 rimaste al palo per mancanza di fondi (10 milioni solo per completare la bonifica dell’ex Arsenale). A La Maddalena ci sono anche le opere ordinarie che il Comune ha avviato per restituire alla città. Strutture come il Nuovo Teatro che è stato comprato alla Curia e riattato alla nuova funzione pubblica con finanziamento europeo o ancora la Cittadella dello Sport con un primo lotto di lavori chiuso e un secondo che deve partire ma senza certezze, perché ogni avanzamento dei lavori deve essere programmato nell’esercizio corrente perché spalmarne il costo su altri anni significa rischiare lo sforamento. “La Maddalena, ma anche Spargi o Caprera sono piene di strutture frutto dell’eredità militare che bisogna riconvertire ma questa azione non può essere lasciata ai comuni, soprattutto se al tempo stesso si chiede loro maggior rigore e sacrifici”. Se la coperta è corta chi rischia di sentire più freddo è il cittadino più esposto. “I bambini, gli anziani che hanno bisogno di servizi sociali. Volete sapere cosa comportano i tagli? Prendete la riforma Gelmini del 2008. Noi abbiamo dovuto adeguarci agli accorpamenti decisi per legge con un istituto comprensivo per la scuola d’infanzia, elementari e medie. In tutto 1.500 alunni e un dirigente che per questioni di risparmio economico sarà a tempo e condiviso, un reggente che sta a Palau e si dovrà occupare da lì della scuola di Sant’Antonio di Gallura e di altre località che distano magari a 40 km dal plesso scolastico, una distanza che è problematica anche per genitori e amministrazioni che si trovano a far convergere lì i ragazzi”. Insomma, il taglio della spesa alla fine è un risparmio puramente contabile. Perché tocca sempre ai cittadini fargli fronte facendosi carico di spese maggiori.
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Nuovo scandalo corruzione in Ue: in manette lobbisti di Huawei accusati di aver corrotto parlamentari. Arrestato ex assistente di due eurodeputati italiani
Cronaca
Tremano i Campi Flegrei: nella notte scossa di 4.4. Oggi scuole chiuse. Ingv: “Niente elementi che fanno pensare a un’eruzione imminente”
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.