Oggi la Federazione degli studenti distribuisce davanti agli istituti romani “don’t panic”, vademecum per orientarsi nelle difficoltà della scuola pubblica dopo la scure Tremonti-Gelmini
Perché la salute della scuola pubblica è a rischio. Ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, polemizzando col sindaco di Milano Giuliano Pisapia – reo secondo lui di aver privilegiato le scuole pubbliche nella sua lettera per l’inizio dell’anno dove erano citati gli articoli 33 e 34 della Costituzione – ha dichiarato che “non si può dare attenzione soltanto alle scuole statali, poiché dopo la riforma Berlinguer le scuole statali e paritarie sono sullo stesso piano”. Magari favorendo le seconde con i buoni-scuola che aiutano le famiglie a dirigersi verso i privati. “Siamo seriamente preoccupati – ha risposto il coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, Mariano di Palma – è inaccettabile in una situazione come questa in cui la scuola pubblica è in ginocchio, noi studenti siamo costretti in strutture non a norma, senza finanziamenti al diritto allo studio, e con il preoccupante indirizzo del governo a diminuire ulteriormente i fondi per l’autonomia scolastica, mentre i privilegi delle scuole private rimangono immutati, che Formigoni si permetta di palesare una rivendicazione del genere ovvero pretende che le scuole private vengano ancora più avvantaggiate”.
L’autunno in arrivo sarà molto movimentato. Le associazioni studentesche annunciano: “Saremo ovunque” e le proteste sono attese in tutta Italia. A partire da domani a Roma, quando in piazza Montecitorio scenderanno le famiglie dei bambini disabili, con una grande gabbia piena di carrozzine a rotelle, per protestare contro il taglio degli insegnanti di sostegno, nonostante una sentanza della Corte Costituzionale che prevede l’assegnazione di un docente specializzato, anche a tempo pieno, per ciascun bambino. Secondo un calcolo dei genitori in Italia mancano 65 mila insegnanti per le ore di recupero degli studenti afflitti da deficit.
Fino alla grande manifestazione nazionale convocata per il 7 ottobre e annunciata ieri con uno striscione calato dalla terrazza del Pincio a Roma. Gli studenti chiederanno una legge nazionale per il diritto allo studio, l’eliminazione del buono scuola e maggiori investimenti sulla scuola pubblica. Guidati dallo slogan “Suoniamogliele”. Perché la musica deve cambiare.
da Il Fatto Quotidiano del 13 settembre 2011