I rapporti tra i due vengono illustrati in un'informativa della polizia. L'erede di NIno Lauricella non risulta incensurato. Ma ora sui suoi rapporti con il calciatore indagherà la procura
Due gol contro l’Inter e un delizioso (e decisivo) assist per Hernandez lo hanno catapultato domenica sera in cima alle cronache sportive. Un’informativa della Dia (la Direzione Investigativa Antimafia) lo ha riportato nella palude della zona grigia del Barbera, dove accanto ai tanti supporters rosanero si muovono personaggi ambigui e fiancheggiatori delle cosche. L’informativa degli investigatori ritrae Fabrizio Miccoli, ‘’re per una notte’’ e leader dello spogliatoio rosanero, accanto a Salvatore Lauricella, titolare di due rivendite di moto e formalmente incensurato, ma figlio di Nino ‘’scintilluni’’, il boss della Kalsa latitante da sette anni arrestato l’altro ieri nel popolare quartiere di Ballaro’ con una condanna a sette anni da scontare per estorsione. Quando gli agenti della Mobile gli hanno messo le manette si è complimentato con loro persino il ministro Maroni: ‘’Grazie all’eccellente lavoro investigativo della Squadra Mobile di Palermo, è stato assicurato alla giustizia un boss mafioso molto pericoloso e in forte ascesa’’.
Gli investigatori avrebbero documentato ‘’frequenti rapporti’’ tra il calciatore salentino e il ‘’picciotto’’ palermitano, alcuni contatti telefonici trovando persino una fotografia che li ritrae insieme nei pressi dello stadio. Attenzione, frequentare il figlio di un mafioso, peraltro incensurato, non è reato, ma certamente rischia di lanciare un’ombra su una carriera sportiva limpida e ricca di successi, che ancora a 32 anni regala al centravanti del Palermo (e ai tifosi rosanero) numerose soddisfazioni. Così, dopo che la vicenda è venuta a galla, riprendono consistenza tra i tifosi le voci che raccontano di un felpato suggerimento del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso al suo amico Zamparini, invitato a liberarsi in estate proprio di Miccoli. Oggi il Romario del Salento non è indagato, ma potrebbe essere sentito nei prossimi giorni dai pm per chiarire i rapporti con il figlio dell’ex latitante.
Non è la prima volta che le pagine della cronaca, lontane da quelle dello sport, si occupano dell’attaccante rosanero. Nel 2009 Miccoli aveva subito una rapina a casa sua, in via Archimede, vicino al Borgo Vecchio, zona di influenza di Lauricella padre. Due ladri erano entrati a casa sua costringendo la moglie a farsi consegnare soldi in contanti e un anello del valore di 30 mila euro. Altri furti sono stati subiti da altri giocatori del Palermo fino a febbraio scorso, ma i responsabili non sono stati individuati.