Domani la giunta per le autorizzazioni della Camera si esprime sulle misure cautelari chieste dalla procura di Napoli nei confronti dell'ex braccio destro del ministro Tremonti. Il 22 settembre il voto in Aula, dove il carroccio lascerà libertà di coscienza
”Contro di me vi è stato un vero e proprio massacro mediatico”. A sostenerlo è l’ex braccio destro di Giulio Tremonti, Marco Milanese, intervenendo in giunta per le autorizzazioni della Camera. Che domani dovrà pronunciarsi definitivamente sulla richiesta di arresto della procura di Napoli che indaga sulla P4.
Milanese ha criticato anche l’invio in giunta, da parte dei pm, dell’interrogatorio dell’ex capo della Guardia d finanza, Cosimo D’Arrigo. E ha smentito categoricamente di aver ricevuto una delega in esclusiva sulle Fiamme gialle da parte del ministro Tremonti. Il parlamentare del Pdl ha chiesto come mai i magistrati abbiano sentito solo D’Arrigo il quale, se aveva davvero tutti questi problemi con la GdF, non si riesce a capire “perché non ne abbia parlato con il ministro”. Milanese ha quindi sostenuto che il suo unico accusatore è Viscione. Tutti gli altri, ha ribadito, hanno negato di avergli dato dei soldi.
Sul risultato del voto di domani peserà la decisione del Carroccio, che nel tardo pomeriggio ha scoperto le sue carte: in giunta – ha annunciato il componente leghista Luca Paolini – voteremo contro l’arresto di Milanese, ma in Aula sarà lasciata libertà di coscienza ai deputati del partito. Le sue parole sono arrivate qualche ora dopo quelle di Marco Reguzzoni: “Aspettiamo di capire cosa faranno i nostri componenti in Giunta per le autorizzazioni – ha detto il capogruppo della Lega alla Camera – anche sul caso di Alfonso Papa, abbiamo avuto un comportamento coerente tra Giunta e Aula. Poi abbiamo avuto un orientamento del gruppo prevalente lasciando a ognuno libertà di coscienza”. Una scelta che alla fine si è riassunta in una battuta del leader del Carroccio Umberto Bossi: “A me – ha detto – non piace fare arrestare la gente”.
Dopo che la giunta avrà espresso il suo parere, l’Aula della Camera si esprimerà sulla richiesta di arresto il 22 settembre, come ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.