Ieri il Presidente del Consiglio italiano è volato a Bruxelles e Strasburgo per illustrare le decisioni prese dal nostro Paese in materia economica. Molti eurodeputati si sono però lamentati mettendo in evidenza l'inopportunità del viaggio proprio nel giorno dell'interrogatorio sul caso Tarantini. Martin Schulz (Socialisti): "Il fatto che Berlusconi tenti di strumentalizzare le istituzioni europee a fini personali è a dir poco problematico"
Ma cosa è venuto a fare Silvio Berlusconi a Strasburgo? Più o meno si possono riassumere così i commenti fatti dai maggior leader politici dell’Unione europea che hanno criticato prima, durante e dopo l’arrivo del premier italiano a Bruxelles e Strasburgo proprio nel giorno stesso del suo interrogatorio a Napoli sul caso Tarantini (leggi). “Almeno avesse incontrato anche noi”, hanno commentato molti eurodeputati riuniti in sessione plenaria.
Le polemiche sono scoppiate già il giorno prima del blitz , in occasione della riapertura dei lavori del Parlamento europeo dopo la pausa estiva. Il presidente del Parlamento, il polacco Jerzy Buzek, non era nemmeno al corrente dell’appuntamento chiesto da Palazzo Chigi (leggi). Ma appena trapelata la notizia che l’incontro si sarebbe tenuto proprio nel giorno della convocazione a Napoli da parte dei pm del Presidente del Consiglio, gli eurodeputati si sono scatenati, in primis i leader dei gruppi politici. Ha aperto il fuoco il leader dei liberal-democratici l’ex premier belga Guy Verhofstadt che ha chiesto “perché Berlusconi non si presenta a illustrare la manovra alla Commissione per la crisi economica come ha fatto per la Grecia Papandreaou?”. E’ infatti questa Commissione parlamentare sarebbe stata infatti il luogo naturale per illustrare la manovra da 54 miliardi di euro che il governo italiano si appresta ad approvare a colpi di fiducia.
“Trovo non corretto il fatto che [Berlusconi, ndr] si sia nascosto dietro alle istituzioni europee per evitare un appuntamento con i magistrati”, ha continuato la co-presidente dei Verdi, la tedesca Rebecca Harms. “Era davvero quello il momento giusto per incontrare le istituzioni europee?”. Inevitabile la levata di scudi di Mario Mauro, capogruppo Pdl in Europa, che ha riconosciuto “profondamente ragionevole la proposta di Verhofstadt” mentre ha risposto alla Harms che “non sono i Verdi a poter dare lezioni di democrazia”. A smorzare i toni ci ha provato il popolare Werner Langen, eurodeputato tedesco della Cdu (il partito della Merkel) che ha così ironizzato: “Forse Berlusconi voleva essere il primo a congratularsi con Martin Schulz per la sua candidatura a prossimo presidente del Parlamento europeo”.
Martin Schulz, capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, proprio lui, accusato nel 2003 di essere “perfetto per il ruolo di kapò in un film sui campi di concentramento” da Berlusconi nel discorso d’inaugurazione del semestre italiano di turno alla Presidenza Ue. “Il fatto che Berlusconi tenti di strumentalizzare le istituzioni europee a fini personali è a dir poco problematico”. La giornata si è conclusa con l’auspicio di Niccolò Rinaldi, capo delegazione Idv al Parlamento europeo, che “Berlusconi frequenti più spesso l’Europa e non solo per sfuggire ai giudici”.
Nonostante tutto Berlusconi è andato lo stesso. Prima a Bruxelles, poi a Strasburgo. Nella capitale belga ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, che ha ascoltato per quasi un quarto d’ora il soliloquio in italiano senza la traduzione dell’interprete. “Tra noi – ha spiegato poi Berlusconi – abbiamo naturalmente parlato in francese, ma qui ho parlato in italiano perché penso che era importante soprattutto che mi ascoltassero i giornalisti italiani”. Van Rompuy ha comunque ringraziato l’ospite inatteso per le sue spiegazioni sulla manovra finanziaria in corso di adozione in Italia e e si è felicitato per le misure che contiene.
Con un guizzo Berlusconi si è poi precipitato a Strasburgo, dove, ignorando del tutto gli eurodeputati, ha incontrato fugacemente il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e del Parlamento Jerzy Buzek. “Le ultime misure prese dall’Italia sono un buon passo per rimuovere gli ostacoli strutturali” ha detto dopo l’incontro Barroso. Ma si sa, in certe occasioni le frasi sono di rito.