Tutto è partito da una denuncia anonima. Inviata a marzo a carabinieri e vigili urbani di Torre del Greco, la capitale del corallo in provincia di Napoli, il quarto comune più popoloso della Campania coi suoi 88.000 abitanti. Il succo della soffiata: andate a via del Monte 1, a vedere che ha combinato il sindaco, l’azzurro Ciro Borriello, nelle proprietà di famiglia. Una denuncia che si è rivelata fondata.
Ed ora Borriello, fama di sindaco-sceriffo, chirurgo plastico di grido, paladino della legalità, incallito trasformista che da qualche anno pare aver finalmente (ri)piantato saldamente le tende nel Pdl dopo essere stato eletto in quota Idv, dovrà abbattere gli abusi edilizi contestati in seguito ai sopralluoghi delle forze dell’ordine. Curiosa legge del contrappasso verso chi ha definito l’abusivismo “la principale piaga del paese”. L’intimazione a demolire è contenuta in una serie di ordinanze approntate dal settore Urbanistica municipale. Dodici pagine spalmate in tre distinti provvedimenti di ripristino dello stato dei luoghi, che hanno colpito il primo cittadino e la sorella. Le opere abusive sono state infatti realizzate nelle proprietà ereditate dal padre, trasformate in un minicomplesso di villette nella disponibilità dei tre figli.
L’elenco delle violazioni annotate dai carabinieri e dai vigili urbani è lungo. I controlli compiuti tra maggio e giugno avrebbero accertato irregolarità varie in case, cantine, locali riattati a studio professionale, gazebo, taverna, garage. La relazione firmata dall’architetto Giovanni Falanga riferisce che il sindaco e la madre, in qualità di proprietari e committenti, avrebbero ampliato senza licenza un appartamento al piano terra attraverso l’apertura di un varco in un muro, conquistando così 70mq abitabili e adibiti a cucina e cameretta, con tanto di veranda per chiudere un balcone già esistente. La cantinola al piano seminterrato fruisce di un accesso ricavato dallo sbancamento del terren e coperto da un solaio retto da muri in cemento armato, in difformità dalla concessione rilasciata 29 anni fa. “Un’opera – scrive l’architetto comunale – completamente abusiva, compresi i tre vani luce”. Si tratterebbe di realizzazioni già note dal 17 luglio 1997, quando la sorella di Ciro Borriello presentò le foto integrative alla pratica di condono edilizio dell’appartamento al primo piano, di sua proprietà. Anche la sorella del primo cittadino, peraltro, è destinataria di due differenti ordinanze di demolizione: nel mirino gli abusi realizzati nell’appartamento, nella cantinola e nel garage-deposito.
Appena 40 giorni fa, a finire nel mirino del settore antibusivismo fu il fratello di Ciro Borriello, Giuseppe Borriello, il terzo proprietario dell’area di via del Monte 1, un ex consigliere comunale di Forza Italia con alle spalle una condanna per una vicenda di conigli ‘dopati’. Gli contestarono abusi nell’abitazione e in un capannone usato per l’allevamento degli animali, oggetto di alcuni ampliamenti. Le proprietà dei tre fratelli Borriello sono divise da un muro di confine. Anche questo sarebbe stato realizzato senza permessi.
Non è un periodo felice per il sindaco. Nel marzo scorso Borriello è stato colpito da un divieto di dimora emesso dal Gip di Torre Annunziata con l’accusa di aver ‘condizionato’ i vigili urbani fino a far distruggere un verbale di sequestro e così coprire i presunti abusi commessi durante la ristrutturazione di un negozio di proprietà di un familiare di un esponente della sua maggioranza consiliare. Per questa vicenda la Procura aveva chiesto l’arresto. L’esilio del primo cittadino è durato una ventina di giorni, durante i quali l’amministrazione comunale è stata governata ‘a distanza’, fino alla revoca del provvedimento giudiziario. L’inchiesta è ancora in piedi, culminata in un avviso conclusa indagine: a breve il pm potrebbe chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione.
Ma la fama nazionale Borriello la raggiunse nel 2007 e per meriti squisitamente ‘politici’: deputato dal 2001 al 2006 eletto nella lista di Forza Italia, passato nel 2005 nell’Udeur alle prime avvisaglie dell’imminente vittoria del centrosinistra con Prodi, e nel 2006 in Idv quando gli fu chiaro che Mastella non l’avrebbe ricandidato in Parlamento, Borriello quattro anni fa è stato eletto sindaco di Torre del Greco da leader di un’anomala alleanza, mai replicata altrove, tra il partito di Di Pietro e quello di Berlusconi. Un’asse Idv-Fi, con il supporto di An, che sbaragliò il centrosinistra, con la benedizione dell’ex pm di Mani Pulite e di Gianfranco Fini, entrambi venuti nella città del corallo a comiziare in favore del medico-chirurgo collezionista di partiti. La curiosa intesa si è poi disfatta quasi subito, crollata per le sue evidenti contraddizioni, uccisa dall’ennesimo cambio di casacca di Borriello, entrato nel Pdl giusto in tempo per ammirare la vittoria di B., mentre Idv si dissociava definitivamente dal suo ormai ex esponente.