Uno striscione di 400 metri, srotolato sopra l’ingresso del Salone Internazionale dell’Auto di Francoforte e con su scritto: “Volkswagen non è Up! to date – Distruzione del clima made in Germany”: così gli attivisti di Greenpeace puntano il dito contro “Up“, il nuovo modello che la casa automobilistica tedesca presenta in questi giorni. Si tratta di una vettura, denuncia l’organizzazione ambientalista, che “produce più di 100 grammi di anidride carbonica per chilometro”. Un risultato, dal punto di vista della tutela dell’ambiente, per nulla degno di nota, se si pensa che “già nel 1998 la Lupo ne produceva 78, e anche le versioni più efficienti della Golf e della Polo, che pure non brillano per primati ambientali, emettono meno CO2 della Up”. Insomma, l’ultima arrivata in casa Volkswagen “non è altro che uno specchietto per le allodole” che rappresenta solo “un inganno per i consumatori”, accusa Andrea Boraschi, responsabile della Campagna energia e clima di Greenpeace Italia, secondo cui “pubblicizzare la Up come una autovettura innovativa in tal senso è semplicemente grottesco”, specie da parte di un’azienda che si definisce “amica dell’ambiente e impegnata nella salvaguardia del clima”.
L’iniziativa arriva in concomitanza con il 40esimo anniversario di vita dell’associazione ambientalista e non è rivolta solo contro il nuovo modello di vettura, ma, più in generale, contro la politica portata avanti dalla Volkswagen, primo produttore europeo di automobili e secondo a livello mondiale. Ma anche, tra le varie aziende automobilistiche, la più inquinante. Per questo “è investita di una particolare responsabilità, rispetto alla quale – secondo Greenpeace – si dimostra largamente carente”, anche se si tratta di un gruppo che dispone di buone tecnologie per l’efficienza nei consumi di carburanti.
Volkswagen ha scelto di usare le risorse all’avanguardia di cui dispone per equipaggiare solo una piccola parte della sua gamma di veicoli: “L’azienda tedesca dovrebbe guidare l’evoluzione del mercato, stabilendo primati per quanto riguarda la salvaguardia del clima e, quindi, per la riduzione dei consumi. Invece ha fatto esattamente il contrario, portando avanti un'”intensa azione di lobbying per contrastare l’adozione a livello europeo di target più ambiziosi per la salvaguardia del clima e di standard più severi per l’efficienza dei veicoli”. Gli attivisti del verde tentano da mesi di avere un incontro con i vertici della casa automobilistica per discutere insieme possibili azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. Ma fanno sapere di non aver ricevuto, al momento, alcuna risposta.