Silvio Berlusconi “è soltanto un testimone e come tale va sentito”. Così la Procura di Napoli, che indaga sulla presunta estorsione ai danni del premier legata al caso escort, replica ai legali del premier che vorrebbero farlo sentire come imputato di reato connesso, dunque con maggiori tutela: la presenza degli avvocati e la facoltà di non rispondere alle domande dei pm. La notizia trapela da fonti della Procura stessa. Quanto alla possibile richiesta di accompagnamento coatto del premier, i pm partenopei al momento escludono questa ipotesi, considerandola come “extrema ratio”.
“Allo stato Silvio Berlusconi non si presenta ai pm di Napoli”, aveva annunciato oggi Piero Longo, uno dei legali di Berlusconi, motivando la decisione per la presenza di “difformità interpretative e procedurali fra la difesa e la procura della Repubblica”. I magistrati partenopei che indagano sul duo Gianpaolo Tarantini-Valter Lavitola, infatti, avrebbero preferito ascoltare il presidente del Consiglio senza la presenza dei suoi avvocati, per i quali al contrario, “deve essere assistito da un legale come prevede la legge”. Sulla questione, inoltre, era intervenuto anche Niccolò Ghedini, altro legale del cavaliere: “Noi siamo sempre in attesa di una risposta da parte della Procura di Napoli” ha detto Ghedini.
Ghedini aveva aggiunto: “Il presidente è disponibilissimo a rendere dichiarazioni, in qualsiasi momento e anche senza l’intervento degli avvocati, ma sono i suoi legali a fargli notare che è indispensabile la loro presenza, altrimenti l’atto sarebbe invalido. Infatti”, proseguiva il legale-parlamentare del Pdl, “il gip nella sua ordinanza sostiene che c’è una connessione con un altro procedimento dove il presidente è imputato, quindi, codice alla mano, essendoci il collegamento tra i procedimenti, per poterlo ascoltare occorre che venga accompagnato dai difensori. La connessione non è una prospettazione della difesa, è l’autorità giudiziaria di Napoli ad affermarla”.
Contrariamente a quanto annunciato, Berlusconi sarà invece in tribunale a Milano lunedì 19 settembre, per la ripresa del processo Mills, dove è imputato per corruzione in atti giudiziari. Lo conferma uno dei difensori del premier, l’avvocato Piero Longo, secondo il quale il presidente del consiglio avrebbe annullato il viaggio istituzionale negli Stati Uniti previsto per la settimana prossimo. Il 20 e 21 settembre Berlusconi avrebbe dovuto partecipare a un vertice sulla situazione in Libia a margine dell’assemblea dell’Onu a New York.
Il processo Mills riprenderà con l’audizione in videoconferenza dalla Svizzera di Maria De Fusco, amministratore del trust Struie, uno dei fondi attraverso i quali, secondo le indagini del pm di Milano Fabio De Pasquale, transitarono i 600 mila dollari che, per l’accusa, sarebbero stati versati dal premier all’avvocato d’affari inglese come ricompensa per le testimonianze reticenti di quest’ultimo in due vecchi processi (All Iberian e presunte tangenti alla Gdf) che vedevano coinvolto Berlusconi.