Secondo il critico britannico Simon Reynolds, la tecnologia non ci consente di inventare il futuro, semmai prolunga il passato. Anzi, in un certo senso, ha ucciso il futuro. Questo curioso paradosso è il leit motiv di Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato (Isbn), recensito su “Saturno”, in edicola oggi, venerdì 16 settembre, da Matteo Bittanti.
«Se ci troviamo intrappolati in un “lungo presente”, sospesi in un limbo temporale in cui la distinzione tra oggi e ieri ha perso significato, suggerisce l’autore di Totally Wired, la “colpa” è di internet, dell’iPod, di YouTube, di Pandora, del peer-to-peer e della nuvola che minaccia una pioggia digitale persistente». E ancora: «L’iper-stasi della musica pop attuale trova in una figura come Lady Gaga la sua massima – e insieme minima – espressione. Che la superstar più celebrata del ventunesimo secolo sia indistinguibile dalla Madonna di vent’anni fa lo conferma la sua ultima performance agli MTV Awards, dove si è presentata sul palco truccata come il Ralph Macchio di Karate Kid. Siamo intrappolati in un remake di Ritorno al Futuro: gli anni Ottanta non sono mai finiti. Gli anni Ottanta non finiranno. Mai».
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Su “Saturno” in edicola oggi troverete poi due pagine dedicate alla Paranoia, con anticipazioni dei libri di Zygmunt Bauman (Il buio del postmoderno, Aliberti), Peter Berger e Anton Zijderveld (Elogio del dubbio, Il Mulino), e il corsivo polemico di Tomaso Montanari: perché spedire l’ennesimo Caravaggio a Cuba? Il Ministero dei Beni Culturali è forse diventato un Postalmarket di capolavori?
E infine, il cinema di Gianni Canova, la musica di Enzo Gentile, le rubriche di Alessandro Bergonzoni e Tiziano Scarpa.
Chi pungerà domani la vespa di Riccardo Chiaberge?