Passa da 20 a 10 euro la quota per diventare “aderente” al Pdl, quindi con potere di voto congressuale. Il coordinatore regionale dell'Emilia Romagna: “Farei anche 2 euro a tessera pur di non avere coordinatori locali con la benedizione di Berlusconi”
Tanto da far slittare la chiusura del tesseramento al partito dal previsto 30 luglio 2011, al prossimo 30 ottobre. “Alla fine di luglio nella Provincia di Bologna eravamo arrivati attorno alle 800 tessere di aderenti, cioè coloro che possono avere potere di voto in assemblea ma non essere eletti in organismi del partito”, afferma il coordinatore provinciale di Bologna Alberto Vecchi (ex An), “La proroga vuole fare in modo che si arrivi a 1500-2000 adesioni”.
Una decisione accompagnata parallelamente da un ritocco abnorme sul prezzo di ogni singola tessera. Dai 20 euro si è passati a 10. Una diminuzione del 50% che però gli organizzatori non vogliono leggere come una crisi di vocazione verso il partito: “non siamo insoddisfatti della cifra, ma vogliamo che aumenti la partecipazione”, continua Vecchi, “diminuire il costo di ogni singola tessera significa eliminare la possibilità che esistano i cosiddetti signori delle tessere che altrimenti deciderebbero anticipatamente le sorti di ogni singolo congresso del partito”.
Non c’entra quindi nulla la crisi economica o qualsivoglia aspettativa di successo delusa. Il problema vero, all’interno di questo ancora abbozzato partito di centro destra, pare essere tutto politico, inclinato sul versante partitico tra ex An ed ex Forza Italia.
Infatti, dopo anni di strapotere berlusconiano e la successiva fuga nell’ignoto di Fini, la sommatoria delle due ex compagini che appoggiavano Berlusconi si ritrova a fare i conti con la costruzione di meccanismi validi per una democrazia interna al partito, concretamente tutta da inventare.
“Fosse per me farei pure pagare due euro a tessera, l’importante è evitare gli errori funesti dei grandi partiti della prima repubblica”, afferma serafico il coordinatore regionale del Pdl Filippo Berselli (anche lui ex An), “Ai primi di luglio a Mirabello ho sottolineato come serva a questo partito l’apertura alla società civile. Per questo le tessere non devono avere prezzi esagerati, altrimenti ritorniamo ai congressi di alcuni vecchi partitoni pre Tangentopoli dove c’era chi spendeva un grosso gruzzolo e si comprava una gran quantità di tessere per conquistare le poltrone decisionali di ogni singolo congresso locale”.
“La nostra necessità assoluta è diventare un partito adulto e maturo”, continua il senatore bolognese, “Non abbiamo più bisogno di coordinatori piovuti dall’alto, da Roma e con la benedizione di Berlusconi. L’unica benedizione di cui hanno bisogno i futuri responsabili delle varie province è quella degli iscritti al Pdl”.