Il funzionamento è molto semplice: una volta scaricata l’app, quando nella vita di ogni giorno ci si trova a effettuare un acquisto senza che venga emesso lo scontrino o la ricevuta fiscale, basta prendere il proprio telefono, aprire Tassa.li e geolocalizzarsi indicando l’importo pagato e la “categoria” dell’attività che ha evaso le tasse (per esempio: “Bar” o “Meccanico”). Sul sito web, quindi, si va componendo una mappa dell’Italia dove sono segnate città per città, strada per strada, le infrazioni. Il sito si va popolando velocemente: le segnalazioni finora sono 3.733 per un totale di 608 mila euro evasi; naturalmente maggiori saranno gli utenti e più efficace sarà il servizio.
Come si passa però da un segnalazione anonima (non è indicato il nome del negozio) alla verifica fiscale? I gestori del sito specificano che loro obiettivo è quello di rendere pubblica una mappa dell’evasione, in modo tale che possa essere a disposizione di chiunque, a partire dalla Guardia di Finanza. Ma qualcuno ci avrà dato un occhiata? Sembrerebbe di no, visto che in un zona periferica di Roma, su Tassa.li è indicato un “Bar” che non rilascia alcuna ricevuta per caffè e cappuccino. E là dietro, a pochi metri, è segnalata anche una caserma della Guardia di Finanza.
Il Fatto Quotidiano, 16 settembre 2011