“Casini è una escort della politica”. Alla festa dell’Idv di ieri sera a Vasto, Antonio Di Pietro è andato giù pesante per commentare le ultime mosse politiche dell’Udc che, dopo aver firmato la mozione di sfiducia a Berlusconi, a stretto giro ha chiuso un’alleanza strategica in Molise con il candidato berlusconiano (e presidente uscente) Michele Iorio. Per il leader dell’Italia dei valori, quello di Casini è puro “opportunismo politico”: “Loro vogliono andare con chi vince – ha detto l’ex pm -, abbiamo a che fare con un partito che dice “siccome riesco ad andare a letto anche con la bionda, lì vado con la bionda mentre altrove vado con la mora”. Tra le righe, inoltre, è evidente anche la volontà di mettere il bastone tra le ruote all’ipotetica alleanza “al centro” ipotizzata dal Partito democratico, strategia che Di Pietro ha sempre osteggiato con convinzione.
Casini ovviamente non è rimasto a guardare. Prima ha annunciato di non voler rispondere alle accuse di Di Pietro, ma poi ci ha ripensato, replicando con un sibillino “a Di Pietro non rispondo perché basta vedere la sua storia di magistrato”, pronunciato durante il suo intervento al meeting annuale della Confesercenti. Per la “traduzione” alla stilettata del leader centrista ci ha pensato il sito personale di Casini con un messaggio al vetriolo. “Che di Pietro si metta in cattedra per impartire lezioni morali è già di per sé singolare – hanno scritto gli amministratori del portale – . Che lo faccia dando della ‘escort’ all’onorevole Casini solo perché ha il difetto di contrastare la sua demagogia e il suo populismo, è addirittura paradossale. Qualcuno dovrebbe ricordare al leader dell’Italia dei valori i tempi in cui da magistrato si affannava a restituire soldi nelle scatole da scarpe ai suoi imputati. Ma forse quelli erano solo prestiti…”
Accuse pesantissime, dalle quali Di Pietro, invece che contrattaccare, ha preferito difendersi. “La mia è stata una carriera da magistrato al servizio della giustizia e della legge – ha detto dalla festa di Vasto – e ne ho pagato le conseguenze. Mi sono dimesso da magistrato e poi da ministro e mi sono fatto giudicare perché ero innocente. Altri, poiché non lo sono, non si fanno processare“.
Il velenoso botta e risposta, curiosamente, è arrivato a margine di una giornata che ancora una volta ha evidenziato come il partito di Casini sia al centro degli interessi strategici di centrosinistra e centrodestra. Se il Pd, infatti, spera sempre di includere i centristi nella nascente alleanza in vista delle elezioni (ma Casini frena: “Nuovo Ulivo sarà fallimentare”), sia la Lega che il Pdl guardano all’Udc come ipotetica zattera di salvataggio in caso di crollo dell’attuale assetto politico. Il protagonista tuttavia preferisce riproporre la sua ricetta preferita: “Noi riteniamo che oggi serva un concorso delle grandi forze politiche”. Tradotto: per i centristi l’unica soluzione è un governo di larghe intese. Esattamente ciò che Di Pietro vorrebbe evitare. E non fa nulla per nasconderlo.