Cara bimba mia, meno male che sei così piccola. Meno male che il tuo livello linguistico non è ancora andato oltre la comprensione del baby vocabolario mamma-papà-pappa. Meno male che per te il giornale è ancora solo un mucchio di carta da strappare e provare a ingoiare di nascosto. Che la televisione è un mostro incomprensibile di suoni e colori che peraltro la mamma accende solo in casi estremi. Perché oggi, purtroppo, è un giorno davvero triste per chi è nata femmina in questo nostro Belpaese. Ora cerco di spiegartelo.
Un signore anziano, Silvio, che di signorile ha dimostrato avere ben poco, era stato eletto dagli abitanti di una casa chiamata Italia per fare il nonno serio e responsabile. Doveva cioè preoccuparsi che tutti vivessero in modo sereno in un ambiente pulito e sicuro, con il frigo rifornito dell’occorrente per diventare grandi e forti, aiutando i più piccoli a studiare e i più grandi a lavorare, permettendo a tutti di essere curati e di crescere anche in quei bei posti che si chiamano teatri, cinema, biblioteche.
Invece, piccola mia, questo signore ha fatto tutt’altro. La casa degli italiani è sporca e maleodorante, corruzione e infiltrazioni mafiose la stanno facendo marcire dalle fondamenta (come spiegano molto bene anche Gianni Barbacetto e Davide Milosa nell’ultimo libro edito da Chiarelettere, Le mani sulla città). La stanza dove dovreste studiare, imparare e diventare grandi – la scuola – cade a pezzi e non ci sono i soldi per impedire che accada. Il frigo della maggior parte degli italiani è sempre più vuoto: questo signore si è occupato del proprio interesse e ha preferito soddisfare i propri vizi invece di impegnarsi nel risolvere seriamente il problema della crisi economica. I grandi sono spesso a casa, perché non hanno più un posto dove andare a lavorare. Curarsi costa di più. La cultura, quella cosa che non serve a sopravvivere ma a vivere una vita degna di questo nome, il nonno l’ha lasciata fuori. Al freddo, da sola, anche perché si era permessa di suggerire agli abitanti della casa Italia che bisognava cambiarlo, magari sostituendolo con un signore o una signora davvero interessati a farli stare meglio.
Ma non è per questo che sono felice che tu sia così piccola. Non è solo perché spero che il tuo futuro sia migliore del nostro presente. Sono felice perché oggi non puoi capire cosa diceva questo nonno quando parlava al telefono con dei signori che volevano rubare in casa Italia e che gli offrivano signorine come se fossero caramelle al parco. Diceva una brutta cosa, soprattutto per un nonno: “La patonza deve girare”. Questo non te lo spiegherò. Ti insegnerò invece a dire: “Il rispetto deve girare”. Il rispetto per le donne, offeso dalle parole di chi dovrebbe lavorare perchè siano considerate semplicemente per quello che sono: delle persone, non caramelle di scambio o trofei da esporre. Il rispetto per i cittadini contribuenti, deriso quando appalti e soldi pubblici venivano trattati come in uno squallido gioco di carte con i visi delle ragazze “non alte” stampati sopra. Il rispetto per il nome della nostra casa Italia, sfregiato da questa ennesima prova telefonica del valore dei propri governanti.
Il rispetto deve girare, piccolina. E sarebbe normale, semplicemente normale, che almeno le signore ministre lo pretendessero ufficialmente dal loro “premier a tempo perso”. Ma, come sembra sempre più evidente, l’Italia è ormai lontana dall’essere quel paese normale che auspicava un vero signore, Enzo Biagi (Consigli per un Paese normale, Rizzoli).