Il ministero della giustizia dovrà tirare fuori un bel po’ di soldi, nonostante i tempi di crisi, per risarcire 250 agenti di polizia penitenziaria che operano a Parma. Ai lavoratori, infatti, dovranno essere pagati tutti gli straordinari svolti e non retribuiti dal 2004 al 2009, anno in cui l’avvocato Giovanni Carnevali depositò il primo ricorso al Tar: si calcola una somma che va dai 2mila ai 5mila euro ciascuno. La decisione è stata presa dal Tar, che proprio due giorni fa ha pubblicato la sentenza, accertando il diritto dei poliziotti a vedersi retribuiti gli straordinari e condannando il ministero a corrispondere loro quanto dovuto entro 60 giorni. Una sentenza destinata a diventare la prima di una lunga serie: la situazione delle carceri italiane è grave, in continua carenza di organico e agli agenti di polizia penitenziaria vengono richiesti straordinari facendo saltare spesso i turni di riposo. Non c’è da stupirsi, dunque, se richieste di risarcimento ora stiano arrivando da tutta Italia.
Una tegola che cade in testa al Ministero proprio mentre si discute di tagli e manovra per contenere la spesa pubblica: gli agenti di polizia penitenziaria in Italia sono circa 60mila. Se davvero ognuno di loro chiedesse circa 2mila euro di straordinari non pagati, il ministero della giustizia dovrebbe ingegnarsi per trovare le risorse.
Il tutto è iniziato nel 2009, quando alcune sigle sindacali (Sappe, Sinappe, Uil, Fns Cisl, Cnpp) si rivolsero all’avvocato Carnevali di Parma denunciando la situazione che da anni si continuava a verificare all’interno del carcere di via Burla: agli agenti veniva chiesto di lavorare anche per due settimane di fila senza riposo, saltavano i turni, gli straordinari erano diventati ormai ordinari. Senza che a questi servizi però corrispondesse un maggior stipendio: al massimo si concedevano dei riposi compensativi.
“Inizialmente abbiamo cercato di aprire un dialogo con il dipartimento di polizia penitenziaria – spiega Carnevali -, ma non abbiamo mai ottenuto risposte. Così abbiamo depositato il primo ricorso al Tar nell’ottobre 2009, riguardante 120 agenti di Parma. A questo ne sono seguiti altri 3, ancora pendenti, ma dello stesso tipo, per un totale di 250 poliziotti. Al tar abbiamo chiesto di accertare il diritto dei lavoratori di vedersi retribuiti gli straordinari e di condannare il Ministero al pagamento e al conteggio del compenso dovuto”.
Il Tar ha accolto il ricorso e il 14 settembre ha pubblicato la sentenza. Probabilmente il Ministero ricorrerà al consiglio di Stato, non tanto per mettere in discussione la sentenza, che non lascia spazio a incertezze, ma per guadagnare tempo: solo a Parma si parlerebbe di risarcire circa 500mila euro. E non è certo uno dei periodi più floridi per lo Stato italiano. Quello che è certo però che da oggi anche la polizia penitenziaria potrà vedersi pagata gli straordinari (ai quali, per legge, non possono sottrarsi), per un lavoro che spesso rimane nell’ombra, rinchiuso dietro le sbarre delle carceri, ma ugualmente importante e pericoloso a quello delle altre forze dell’ordine italiane. “E’ un risultato importante – commenta Carnevali -, per cui ringrazio i miei collaboratori Michele De Nittis e Simone Dall’Aglio. Ora continueremo a portare avanti le cause degli altri agenti parmigiani, sicuri del risultato. Ma ci stanno già arrivando telefonate da tutta l’Emilia Romagna”.