La Commissione europea ha bloccato 36 milioni di euro di finanziamenti alla Calabria che si vanno ad aggiungere ai 72 milioni congelati per la Campania e ai 12 per la Sardegna. E tutto perché “il sistema di gestione e di controllo regionale non è ancora ritenuto completamente affidabile dai servizi di audit della Commissione”. A dirlo è il commissario europeo alle politiche regionali Johannes Hahn, in risposta a un’interrogazione parlamentare di cinque eurodeputati del Partito democratico.

Si tratta di finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo sociale europeo (Fse), molti dei quali dovevano servire per opere di risanamento ambientale. Secondo il commissario Hahn, “al primo settembre 2011 nessuno degli otto grandi progetti previsti dal programma è stato notificato alla Commissione europea”. Sempre Hahn ricorda poi che il primo giugno scorso Bruxelles ”ha inviato al presidente della Regione Calabria una lettera con cui gli rammentava il debole tasso di avanzamento del programma invitandolo ad adottare misure concrete per attuare rapidamente tutti gli interventi”.

Insomma il messaggio è chiaro: “Per evitare il rischio di riduzione delle risorse comunitarie, la Calabria deve documentare a Bruxelles entro il 31 dicembre 2011 di aver realizzato investimenti per un ammontare pari a 472,747 milioni di euro, di cui il 50 per cento a carico del Fondo regionale”. E poi ancora, per quanto riguarda il Fondo sociale europeo, sempre la Calabria “deve fornire le pezze d’appoggio relative a spese effettuate pari a 111,6 milioni di euro”. Quindi, in parole povere, quanto, come e dove è stato speso con relative pezze giustificative.

Sembra proprio che Bruxelles non sia più disposta ad aprire il portafogli senza garanzie di risultati. Negli ultimi anni il Mezzogiorno si è visto stanziare milioni e milioni di euro dall’Unione europea, rientrando, per quanto riguarda la programmazione dei fondi strutturali 2000-2006, tra le cosiddette “regioni a obiettivo 1”, ovvero regioni in ritardo di sviluppo (con un Pil inferiore al 75% della media europea) dove si è cercato di promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale. Adesso la nuova programmazione 2007-2013 non prevede più obiettivi di questo tipo, dati ormai per raggiunti.

Il treno è passato, sembrano dire da Bruxelles, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Contrariamente ad altri Paesi, come la Spagna, che hanno fatto un uso più responsabile dei fondi Ue, alcune regioni meridionali d’Italia hanno sprecato e sperperato, con grandi opere mai finite, appalti milionari e spese spesso gonfiate all’inverosimile.

A dover controllare la corretta spesa di questi fondi sono le autorità locali, che devono poi notificare il tutto alla Commissione europea. Ed è qui che casca l’asino, visto che proprio “le carenze di gestione e controllo” sono alla base dello stop ai fondi di Bruxelles. “Per la Campania”, ha detto il portavoce del commissario Hahn, Ton Van Lierop, “risultano sospesi 72 milioni di euro, per la Calabria 36 milioni e per la Sardegna 12 milioni”. “Si tratta di domande di pagamento presentate a Bruxelles e sospese in attesa di chiarimenti che dovranno arrivare entro due mesi”, ha precisato il portavoce, “sempre che le regioni interessate non vorranno perdere i finanziamenti”.

A sentire il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti (Pdl), va invece tutto bene. “Lo stato di avanzamento del programma operativo della Calabria procede in maniera soddisfacente”. “Nell’incontro (di mercoledì scorso, ndr) al ministero dello Sviluppo economico, è stata definita la road map per raggiungere il target di spesa per il 2011 e porre rimedio al blocco dei pagamenti che grava su procedure del 2009 e cioè ad un anno prima del nostro insediamento”. Insomma, tutta colpa della passata amministrazione di centrosinistra. Tesi supportata anche dal ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto (Pdl). “I dati relativi alla risposta del Commissario Hahn all’interrogazione degli eurodeputati del Pd sono aggiornati al 31 dicembre 2010 e dunque non colgono l’avanzamento procedurale e finanziario degli ultimi 8 mesi”. Gli fa eco dalla Campania Stefano Caldoro (Pdl): “Il blocco dei pagamenti da parte dell’Ue nei confronti della Campania è relativo ad impegni delle vecchie amministrazioni negli anni 2008 e 2009”.

Ma Bruxelles non sembra interessata a chi vada la colpa, al centrosinistra o al centrodestra. Se entro il 31 dicembre non arriveranno risposte soddisfacenti la Commissione europea chiuderà i rubinetti, e a pagare saranno come sempre i cittadini.

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