E’ l’attuale sindaco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini, il bersaglio principale di Piero Di Caterina, imprenditore e primo grande accusatore di Filippo Penati, intervistato oggi nella trasmissione di Lucia Annunziata su Rai 3. “La parte di Oldrini è quella che caratterizza maggiormente quello che chiamo ‘sistema Sesto’, perché nell’era Oldrini, per essere in condizione di lavorare bisogna entrare in un sistema di corruzione molto complesso”. In questo modo l’imprenditore Di Caterina descrive il sindaco del Pd, nella prima puntata della stagione di “In Mezz’ora”. L’auspicio di Di Caterina è che “questa vicenda faccia emergere il malaffare che c’è in Italia, di cui non si parla ed è una situazione che vede pochi ladri che danneggiano 50 milioni di italiani in termini di 10-12 milioni all’anno. Mi auguro ci sia una nuova tangentopoli”.
Il principale accusatore di Filippo Penati (anch’esso indagato dalla Procura di Monza) dice di aver dato “nei dieci anni di vita che ha vissuto con Penati e Vimercati (Giordano Vimercati, ex capo di gabinetto di Penati, ndr), circa tre milioni/tre milioni e mezzo di euro”. Soldi che Di Caterina non definisce “mazzette”, ma “finanziamenti”, che non erano quindi tesi a ottenere qualcosa di illegale ma ad avere appalti.
Durante l’intervista, l’imprenditore ha definito Giuseppe Pasini, anch’egli imprenditore ed ex candidato sindaco per il centrodestra a Sesto San Giovanni, “la vera vittima, perché il rapporto corruzione-concussione riguarda lui”. All’origine dell’inchiesta monzese ci sono proprio le dichiarazioni di Pasini, proprietario delle aree Falck dal 2000 al 2005. A proposito delle Coop rosse, sui cui sta indagando da fine agosto la Procura di Monza, Di Caterina dice: “Le Coop giungono a Sesto con il recupero delle aree dismesse; sono sempre presenti sul territorio, e anche in questo caso, io ho assistito a pagamenti di somme, di tangenti, così si dice, da parte dell’altro imprenditore: tra Pasini e le Coop”. Secondo l’accusa infatti, le “coop emiliane” avrebbero preteso circa 3,5 milioni di euro da Pasini per entrare nell’affare immobiliare.
Le dichiarazioni “televisive” di Piero Di Caterina non hanno mancato di suscitare reazioni da parte delle persone accusate. Giorgio Oldrini e Adriano Alessandrini, rispettivamente sindaci di Sesto San Giovanni e Segrate, ad esempio, hanno annunciato di voler querelare l’imprenditore, chiedendo al contempo di partecipare alla puntata di domenica prossima del programma di Lucia Annunziata. Obiettivo? Replicare alle accuse di Di Caterina (che ha parlato, oltre che di “sistema Sesto“, anche di “sistema Segrate“) riguardo all’inchiesta su presunte tangenti della procura di Monza. Oldrini, inoltre, dopo aver ricordato “di non aver ricevuto a oggi alcun avviso di garanzia o altra comunicazione giudiziaria”, è ritornato sulla questione della Linea 712, il cui esercizio, secondo Di Caterina, gli sarebbe stato arbitrariamente sottratto dai Comuni di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo. “Questo è avvenuto dopo la gara indetta dal comune di Milano sulla base della Legge regionale del 1998 – ha detto il sindaco di Sesto -. La gara è stata assegnata all’Atm e, nonostante i ricorsi al tribunale di Di Caterina, a tutt’oggi i mezzi dell’Atm continuano ad esercitare la linea”.
In serata, inoltre, è arrivata anche la posizione ufficiale dell’Atm, che ha annunciato come i propri legali “sono già al lavoro per presentare ancora una volta querela affinché Di Caterina risponda delle sue farneticanti dichiarazioni nelle opportune sedi legali”. Il riferimento è ai “privilegi” dell’azienda e alla “poca trasparenza” nella contabiiltà. “Atm ricorda che dei 17 ricorsi che hanno visto coinvolto il signor Di Caterina nei confronti di Atm – hanno scritto dall’azienda milanese di mobilità – 12 sono stati rigettati, 4 sono ancora pendenti e uno solo è stato transato”.