E adesso la polemica tra Rimini e la Regione, tutta interna al Partito Democratico, investe pure il turismo. Se il riminese Aureliano Bonini, presidente di Trademark Italia e responsabile dell’Osservatorio turistico regionale, negli ultimi tempi aveva presentato dati che parlavano di un riviera in crisi (con un meno 3% circa di arrivi sul territorio riminese nel periodo 1 gennaio-31 luglio 2011), la Provincia riminese si è presa la sua rivincita.
Mentre il sindaco Andrea Gnassi, su tutte le furie, attacca (“Trademark è un osservatorio pagato dalla Regione, Rimini questa volta pretende spiegazioni”, ha detto il primo cittadino), l’ente presieduto da Stefano Vitali– il quale in questi giorni ha attaccato il governatore Vasco Errani, parlando di “regolamento di conti”, di “potere” e di “centralismo”, per via di un atteggiamento considerato troppo morbido verso il Governo sull’abolizione delle Province- adesso sforna i suoi dati.
La Provincia riminese, infatti, è l’ente intermedio cui l’Istat ha affidato le rilevazioni sulla domanda turistica in questione. Ebbene, a quanto pare, i conti non tornano. Prendendo in esame i dati Provincia-Istat, si chiudono con un più 4,9% negli arrivi e con un più 3,9% nelle presenze i primi sette mesi dell’anno in corso per la riviera. Il mese di luglio, di solito critico nonostante l’evento Notte rosa, si attesta sopra la media con più 4,1% negli arrivi totali e un più 1,8% nelle presenze. Male maggio, quando gli arrivi sono calati del 6% e le presenze del 7,2% rispetto al 2010.
Complessivamente, i primi sette mesi dell’anno hanno visto una leggera crescita del mercato italiano (più 2,9%) e un buon passo in avanti per il turismo dall’estero (più 7,1%), che arriva a toccare la quota-record del 24,2% sul totale delle presenze. A questo proposito emergono i dati della Germania (più 4,9% con 408.924 presenze) e della Russia (più 37,4% con 393.629 presenze), due mercati che, quindi, per Rimini e dintorni ormai si equivalgono e che si dimostrano ancora una volta trainanti (pesano rispettivamente per il 18,3% e il 17,6% dell’intero totale estero). Bene la Francia (più 5,2%) e la Svizzera (più 4,1%), pur con ‘pesature’ inferiori (9% e 12% sulla quota straniera). Qualche criticità relativa ad alcuni Paesi resta di sicuro, anche per i dati della Provincia. Emerge infatti un meno 5,5% per l’Austria, un meno 6,6% per il Benelux ed un meno 17,3% per il Paesi Scandinavi.
In realtà, sono proprio quei Paesi che si mettono maggiormente in evidenza, e positivamente, relativamente all’entroterra locale: Austria più 24%, Benelux più 6,8%, Paesi Scandinavi più 68,5% (da segnalare inoltre un più 6,2% della Germania, un più 45,7% della Francia).
L’assessore provinciale al Turismo Fabio Galli, fedelissimo di Vitali, invoca dunque “cautela nei numeri e nelle analisi in corso d’opera, soprattutto in una stagione dalle premesse preoccupanti perché figlie di una fase economica con pochi precedenti nella storia repubblicana”. Ovviamente, non può mancare la frecciata al Trademark regionale: “Dispiace a questo proposito registrare, specie in questa fase dove dovrebbe essere la fiducia a innervare le considerazioni piuttosto che il pessimismo non suffragato dai fatti, come le ‘impressioni di settembre’ continuino ad animare singolari dibattiti; così come spiace leggere bizzarre interpretazioni sul ruolo di internet nel turismo. Credo che più che il balletto delle cifre- rincara la dose Galli- quello che si dovrebbe evitare è il balletto delle dichiarazioni un tanto al chilo”.
Gnassi, da parte sua, dice che “i numeri diametralmente diversi forniti dall’Osservatorio regionale del Turismo, e che davano Rimini in affanno, aprono un problema vero, ed è un problema anche istituzionale visto che tale strumento è pagato dalla Regione Emilia Romagna. Si badi bene, qui la questione non è solo ‘chi ha ragione e chi ha torto’. Qui il tema vero è il perché e per quale motivo, a stagione non ancora finita, si apra una discussione in maniera così maldestra. Cui prodest? Questa volta Rimini pretende spiegazioni”.
Tra l’incudine e il martello, l’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci, riminese doc e già vice sindaco del capoluogo, si schiera con Gnassi e Galli senza farlo vedere troppo. Melucci parla di una “stagione turistica positiva, con cifra superiore al più 4% per quanto riguarda arrivi e presenze rispetto al 2010”. Alla pari del ‘suo’ sindaco, poi, l’assessore di Errani al Turismo concorda sulla “necessità dell’innovazione del nostro prodotto turistico”, una questione posta “al centro delle nostre richieste a livello nazionale perché non è pensabile che sui soli enti locali e sulla Regione pesi l’onere delle politiche nel comparto turistico”.