In un post del suo blog, Beppe Giulietti ha lanciato la proposta del “per Milanese, voto palese, in riferimento a giovedì della settimana prossima, quando la Camera dei Deputati sarà chiamata a decidere sull’arresto del deputato Milanese.

La tesi di Giulietti, che io condivido, è che in Parlamento sia necessario un momento di trasparenza, per far capire a tutti chi voterà a favore e chi contro. Ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. Soprattutto la Lega (che il tema della legalità l’ha cavalcato fin dalle origini) e, aggiungo io, anche il Pd, che deve uscire dalle sue ambiguità.

Non sono d’accordo quindi con quanto sostenuto dalla redazione di Lettera Viola: Giulietti, che non ha certo bisogno della mia difesa d’ufficio, è rinomato per le sue scelte cristalline in difesa della legalità, contro le censure, per la libertà dell’informazione ed è sempre in prima linea quando si tratta di dare spinta e coraggio alle iniziative della società civile. Tutto si può dire, meno che lui stia in Parlamento a difesa della Casta. E allora? Perché ci facciamo del male? Perché, nel momento della caduta del tiranno ci concentriamo ad attivare un “fuoco amico” quasi a voler sfuggire alle nostre responsabilità e all’esigenza di unità del fronte democratico che anche noi spesso abbiamo manifestato?

Il mio invito, quindi, è di concentrarci sulla nostra battaglia comune e lasciare da parte polemiche inutili, che servono solo a far passare l’idea che non esista un fronte democratico unitario. Non siamo obbligati a camminare sempre fianco a fianco, ma neanche a far emergere differenze dove non ci sono, solo per “marcare il territorio” in un atteggiamento perfettamente tafazziano.

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