Sui quotidiani e media impazza la costosa agenda sessuale di Silvio Berlusconi oppure possiamo ascoltare le preziose perle di saggezza di chi rivendica la bellezza come valore merceologico e invita “le racchie a stare a casa” o – ancora – possiamo perderci a cercare di capire perché le pidielline venete se la prendano più con la Minetti e non con il Sistema che ha premiato le sue presunte attività extraconsiliari.
Tanta carne ci confonde le idee, pezzi di donna come dal macellaio, scarti di donna gettati nell’agone perché i cani rabbiosi e affamati possano buttarcisi sopra.
Di nuovo.
E mentre si sposta l’attenzione dai problemi del Paese, dalla crisi economica e dalla non governabilità di un Presidente del Consiglio che ha troppo poco tempo per incastrare gli impegni politici con quelli festaioli e quelli giudiziari, mentre non pensiamo alla latitanza dell’opposizione che continua a non fare proposte concrete ma solo a scuotere la testa, succede che nel frattempo altri colpi ferali vengono sferrati all‘immaginario collettivo.
Succede che ogni giorno – come un veleno lento a diffondersi nel corpo, ma che porterà inevitabilmente alla morte – passano luoghi che diventano comuni (“la conduttrice bella e brava avrà ottenuto il posto perché sicuramente l’ha data a qualcuno di potente“), si naturalizzano atteggiamenti (“ma se nella pubblicità parlano della donna politica, donna architetto e donna escort, allora forse quello della escort è DAVVERO un mestiere di successo e che vale la pena di intraprendere…“) e si “cosano” persone, le si oggettivizza, spersonalizzandole, al punto che diventa facile pensarle solo come tappezzeria o strumento di piacere e non sempre gradito (“la Merkel è solo una culona ….“).
Lo scrive bene la mia amica Silvia (conosce 5 lingue, ha scritto saggi e tradotto libri, ha alle spalle un curriculum universitario di tutto rispetto e ora è una delle tante donne precarie che si inventa lavoretti per arrivare a fine mese):
Esiste un nesso sottile, non diretto ma ineludibile, tra violenza simbolica e violenza reale: le rappresentazioni della donna da cui siamo tempestati contribuiscono al configurarsi di sensibilità sempre meno sensibili, sempre meno capaci, cioè, anche solo di rendersi conto dell’ingiustizia e del sopruso. Queste rappresentazioni agiscono molto spesso in maniera insidiosa e finiscono per far passare sotto la soglia della normalità discriminazioni gravi, ottundendo la nostra capacità di rilevarle come tali.
Nella realtà del territorio e nelle periferie della rete succede invece che un largo numero di persone – ogni giorno – tenti di opporsi, eserciti una resistenza culturale attiva agli stereotipi, proprio perché non passino “sotto la soglia della normalità”.
E per esempio a Bologna, ma anche in tantissime altre città italiane, ci sono le GGD (Girl Geek Dinner), un’associazione che promuove il lavoro delle donne in campo ICT e tecnologie e favorisce la rete di conoscenze e competenze in questo settore.
Sabato sera le GGD festeggiavano il decimo evento bolognese e c’ero anche io.
Il tema “Network e territorio” mi ha dato modo di riflettere proprio su come una rete possa portare azione solo se è condivisa oltre che nelle periferie del web in quelle delle città e se i “legami deboli” della Rete possono funzionare da collante per creare relazioni forti tra le persone, per condividere obiettivi, valorizzare progetti comuni per e nel territorio.
Con GGd e insieme ad altre blogger stiamo cercando di portare a Bologna azioni concrete.
Ci siamo conosciute in Rete, siamo nodi di altre reti, ma vogliamo contribuire a mettere in circolo energie costruttive anche nella nostra città, Bologna.
Cosa possiamo fare con e per le donne a Bologna?
Di cosa ci può essere bisogno in un momento di crisi economica forte e in cui la metà della popolazione (quella femminile) è sempre più svantaggiata nell’inserimento e re-inserimento nel mondo del lavoro?
Da queste domande è nata l’idea di un evento che si terrà il 15 ottobre 2011 alle Officine Minganti: “Le nuove professioni delle donne“, costruito con le donne che – grazie al web e alle tecnologie – si sono create un’opportunità di lavoro, hanno trasformato creatività e passione in professione o, più semplicemente, hanno potuto tessere reti e valorizzare il proprio vissuto.
C’è per esempio Silvia Storelli che fa storytelling con la parola e il video o le ragazze di Orto 47 che ci dimostrano come sia possibile una decrescita sostenibile e in armonia con i luoghi e la natura e c’è chi – come Mammafelice – ha trasformato il proprio blog in un Marchio, unendo passione e professionalità.
E per le mamme in attesa, a novembre, presso la Biblioteca Sala Borsa , sempre le GGD si sono fatte promotrici di un corso di alfabetizzazione informatica (i corsi in programma sono due: l’altro è dedicato agli over 60), durante il quale anche io parteciperò con un modulo dedicato alle community e ai blog per genitori.
Sono tasselli, sono pezzettini di un puzzle enorme ma vogliono contribuire a creare un sostrato sociale e culturale. Sono azioni che vogliono parlare delle donne più di quanto non facciano le cronache politiche e giudiziarie del nostro Primo Ministro. Si sommano al lavoro enorme che stanno facendo moltissime realtà e associazioni che – grazie alla Rete – promuovono un modo diverso di guardare alla questione femminile, come questione che ci riguarda tutti, come motore di cambiamento. Questo fermento, questo “nuovo femminismo”, se vogliamo per forza etichettarlo, è fatto di differenze che si valorizzano a vicenda, nella consapevolezza che è proprio da queste differenze, da un dialogo che sia dialettico, che dobbiamo ripartire.
Perché la rivoluzione parte da noi e parte anche da chi racconta, dai media, dai giornalisti, dai tanti che ogni giorno scelgono le notizie a cui dare rilievo e selezionano le parole da usare: è una responsabilità enorme, facciamo in modo che serva per costruire massa critica, per promuovere diversità e non solo stereotipi.
Francesca Sanzo
Professional blogger, esperta di comunicazione web
Emilia Romagna - 19 Settembre 2011
Donne non vuol dire festini
Sui quotidiani e media impazza la costosa agenda sessuale di Silvio Berlusconi oppure possiamo ascoltare le preziose perle di saggezza di chi rivendica la bellezza come valore merceologico e invita “le racchie a stare a casa” o – ancora – possiamo perderci a cercare di capire perché le pidielline venete se la prendano più con la Minetti e non con il Sistema che ha premiato le sue presunte attività extraconsiliari.
Tanta carne ci confonde le idee, pezzi di donna come dal macellaio, scarti di donna gettati nell’agone perché i cani rabbiosi e affamati possano buttarcisi sopra.
Di nuovo.
E mentre si sposta l’attenzione dai problemi del Paese, dalla crisi economica e dalla non governabilità di un Presidente del Consiglio che ha troppo poco tempo per incastrare gli impegni politici con quelli festaioli e quelli giudiziari, mentre non pensiamo alla latitanza dell’opposizione che continua a non fare proposte concrete ma solo a scuotere la testa, succede che nel frattempo altri colpi ferali vengono sferrati all‘immaginario collettivo.
Succede che ogni giorno – come un veleno lento a diffondersi nel corpo, ma che porterà inevitabilmente alla morte – passano luoghi che diventano comuni (“la conduttrice bella e brava avrà ottenuto il posto perché sicuramente l’ha data a qualcuno di potente“), si naturalizzano atteggiamenti (“ma se nella pubblicità parlano della donna politica, donna architetto e donna escort, allora forse quello della escort è DAVVERO un mestiere di successo e che vale la pena di intraprendere…“) e si “cosano” persone, le si oggettivizza, spersonalizzandole, al punto che diventa facile pensarle solo come tappezzeria o strumento di piacere e non sempre gradito (“la Merkel è solo una culona ….“).
Lo scrive bene la mia amica Silvia (conosce 5 lingue, ha scritto saggi e tradotto libri, ha alle spalle un curriculum universitario di tutto rispetto e ora è una delle tante donne precarie che si inventa lavoretti per arrivare a fine mese):
Nella realtà del territorio e nelle periferie della rete succede invece che un largo numero di persone – ogni giorno – tenti di opporsi, eserciti una resistenza culturale attiva agli stereotipi, proprio perché non passino “sotto la soglia della normalità”.
E per esempio a Bologna, ma anche in tantissime altre città italiane, ci sono le GGD (Girl Geek Dinner), un’associazione che promuove il lavoro delle donne in campo ICT e tecnologie e favorisce la rete di conoscenze e competenze in questo settore.
Sabato sera le GGD festeggiavano il decimo evento bolognese e c’ero anche io.
Il tema “Network e territorio” mi ha dato modo di riflettere proprio su come una rete possa portare azione solo se è condivisa oltre che nelle periferie del web in quelle delle città e se i “legami deboli” della Rete possono funzionare da collante per creare relazioni forti tra le persone, per condividere obiettivi, valorizzare progetti comuni per e nel territorio.
Con GGd e insieme ad altre blogger stiamo cercando di portare a Bologna azioni concrete.
Ci siamo conosciute in Rete, siamo nodi di altre reti, ma vogliamo contribuire a mettere in circolo energie costruttive anche nella nostra città, Bologna.
Cosa possiamo fare con e per le donne a Bologna?
Di cosa ci può essere bisogno in un momento di crisi economica forte e in cui la metà della popolazione (quella femminile) è sempre più svantaggiata nell’inserimento e re-inserimento nel mondo del lavoro?
Da queste domande è nata l’idea di un evento che si terrà il 15 ottobre 2011 alle Officine Minganti: “Le nuove professioni delle donne“, costruito con le donne che – grazie al web e alle tecnologie – si sono create un’opportunità di lavoro, hanno trasformato creatività e passione in professione o, più semplicemente, hanno potuto tessere reti e valorizzare il proprio vissuto.
C’è per esempio Silvia Storelli che fa storytelling con la parola e il video o le ragazze di Orto 47 che ci dimostrano come sia possibile una decrescita sostenibile e in armonia con i luoghi e la natura e c’è chi – come Mammafelice – ha trasformato il proprio blog in un Marchio, unendo passione e professionalità.
E per le mamme in attesa, a novembre, presso la Biblioteca Sala Borsa , sempre le GGD si sono fatte promotrici di un corso di alfabetizzazione informatica (i corsi in programma sono due: l’altro è dedicato agli over 60), durante il quale anche io parteciperò con un modulo dedicato alle community e ai blog per genitori.
Sono tasselli, sono pezzettini di un puzzle enorme ma vogliono contribuire a creare un sostrato sociale e culturale. Sono azioni che vogliono parlare delle donne più di quanto non facciano le cronache politiche e giudiziarie del nostro Primo Ministro. Si sommano al lavoro enorme che stanno facendo moltissime realtà e associazioni che – grazie alla Rete – promuovono un modo diverso di guardare alla questione femminile, come questione che ci riguarda tutti, come motore di cambiamento. Questo fermento, questo “nuovo femminismo”, se vogliamo per forza etichettarlo, è fatto di differenze che si valorizzano a vicenda, nella consapevolezza che è proprio da queste differenze, da un dialogo che sia dialettico, che dobbiamo ripartire.
Perché la rivoluzione parte da noi e parte anche da chi racconta, dai media, dai giornalisti, dai tanti che ogni giorno scelgono le notizie a cui dare rilievo e selezionano le parole da usare: è una responsabilità enorme, facciamo in modo che serva per costruire massa critica, per promuovere diversità e non solo stereotipi.
B.COME BASTA!
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Israele, terremoto allo Shin Bet: Netanyahu silura il capo Bar e denuncia il suo predecessore
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il presidente del partito israeliano Unità Nazionale, Benny Gantz, definisce il licenziamento, da parte del premier Benjamin Netanyahu, del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, "un colpo diretto alla sicurezza dello Stato e allo smantellamento dell'unità nella società israeliana per ragioni politiche e personali".
Anche il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, condanna la decisione, dichiarando che se il Primo Ministro Netanyahu “avesse combattuto Hamas con la stessa determinazione con cui sta combattendo il capo dello Shin Bet, l'ufficio del Procuratore generale e il sistema giudiziario, l'olocausto del 7 ottobre sarebbe stato impedito”.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.