Non solo "fatti privati". Pierfrancesco Guarguaglini, numero uno del colosso pubblico, racconta una telefonata del presidente del consiglio: "Mi chiese di far entrare Intini in Sel Proc". Dalle intercettazioni emergono altre pressioni, come contropartita della "fornitura" di escort. La Procura di Bari apre il filone sulla corruzione
Si dava da fare, il presidente del consiglio, per ricompensare il fornitore di escort Gianpaolo Tarantini. Oltre a quello che emerge dagli atti depositati nei giorni scorsi, arriva la tetimonianza diretta di Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, il gigante pubblico a cui l’imprenditore barese si dimostrava particolarmente interessato, insieme ai soci del suo “comitato d’affari” – come lo definisco i pm di Bari – Enrico Intini e Roberto De Santis. Intervistato da Il Messaggero, Guarguaglini racconta che Silvio Berlusconi gli telefonò per chiedergli esplicitamente di far entrare Intini nella Sel Proc, una società di Finmenccanica.
“Saranno state le 18 e 30 del del 15 dicembre 2008”, ricorda il top manager, “ero alla casa dell’Aviatore a una riunione dell’Aeronautica. Mi chiama Berlusconi e mi chiede se potevo far entrare una società del gruppo Intini nella Sel Proc srl”. Guarguaglini racconta di aver risposto “no di getto”, perché l’azienda era al 100 per cento di proprietà di Finmeccanica e dunque non c’era spazio per “un imprenditore esterno”.
E’ un’ulteriore conferma dello scambio che sta alla base del rapporto fra Tarantini e Berlusconi. I festini di Arcore e di palazzo Grazioli non sono soltanto “fatti privati” del premier. L’imprenditore della sanità pugliese investe decine di migliaia di euro per reclutare ragazze giovani, bellissime e disponibili e inviarle alle residenze del premier. Contestualmente, oltre a coltivare l’ambizione di un seggio al Parlamento europeo, chiede esplicitamente a Berlusconi di essere introdotto presso Finmeccanica e la Protezione civile. E Berlusconi si dà da fare per accontentarlo.
“Com’è andato l’incontro con Bertolaso?”, chiede il presidente del consiglio a Tarantini il 16 novembre 2008, neanche due mesi dopo la prima cena (e dopo cena) organizzata da quest’ultimo a palazzo Grazioli. “Molto bene”, risponde l’interlocutore. Il faccia a faccia con il numero uno della Protezione civile è stato officiato dallo stesso Berlusconi, come dimostrano altre telefonate agli atti dell’inchiesta di Bari e come ha recentemente confermato Guido Bertolaso stesso in una lettera al Corriere della Sera: “Ho già dichiarato da tempo di aver incontrato il signor Tarantini, su richiesta del presidente che me lo ha passato al telefono. È venuto nel mio ufficio accompagnato dal signor Intini”.
Passa qualche settimana e Berlusconi, dopo aver parlato ancora della questione Bertolaso, rassicura Tarantini anche sul fronte Finmeccanica: “Ho fissato un appuntamento per martedì con Guarguaglini per quella cosa…”. E Tarantini: “Benissimo!”. Dall’inchiesta di Bari al momento non emergono affari davvero conclusi dal “comitato” di Tarantini, grazie ai buoni uffici dell’”utilizzatore finale” delle escort, ma i buoni uffici ci sono stati. Va anche ricordato che il giro di escort tra i due comincia nell’autunno del 2008, ma già nel giugno del 2009 Tarantini emerge come indagato nell’inchiesta di Bari, e naturalmente intorno a lui si fa terra bruciata.
Chiuso il filone escort, la Procura di Bari apre ora il fronte della corruzione. Una quindicina di appalti di Protezione civile e Finmeccanica a cui puntava Tarantini – compreso un gasdotto tra Italia e Albania che faceva capo alla Sel Proc – sono finiti in un’inchiesta stralcio che al momento avrebbe cinque indagati. Messi insieme valgono circa 50 milioni di euro. I pm Eurgenia Pontassuglia e Ciro Angelillis ipotizzano l’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla corruzione.