Dunque Dominique Strauss-Kahn si pente. Ha parole toccanti, in diretta televisiva sulla rete ammiraglia Tf1. Si prende le sue responsabilità nei confronti di sua moglie, dei suoi figli, dei suoi amici, dei francesi. Dichiara di aver agito in modo “inappropriato e immorale”. Non si candiderà alle elezioni presidenziali né ad alcun altro ruolo pubblico: “Prendo tempo per riflettere”. Senza entrare nel merito della vicenda che l’ha visto protagonista di un atto di libidine (violenta?) sul corpo di una cameriera di colore (mi sono già espressa in proposito su questo sito), bisogna ammettere che l’uomo dimostra, per lo meno, un minimo di dignità e un po’ di rispetto.
Inevitabile il confronto con il nostro vecchio satiro che, per sua stessa ammissione, si concentra sui problemi del Paese soltanto se il cargo di prostitute è in ritardo e non sa proprio che cosa fare. Dove Strauss-Kahn si pente, Berlusconi si celebra. Dsk è stato ininterrottamente difeso da sua moglie, Sb è stato scaricato alla grande dalla sua. Dsk si è ritirato dalla politica, riconoscendo il suo errore. Sb è sempre lì: tronfio falso bugiardo e arrogante. Dsk le donne le prende con la forza, se si ribellano finisce, come è finito, in manette. Sb le donne le paga, se si ribellano le sostituisce.
Secondo un celebre adagio i francesi sarebbero “degli italiani di cattivo umore”. Causa eccessiva diffusione del “cattivo umore”, rischiamo di diventare tutti francesi. E sarebbe comunque un miglioramento.
Il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2011