“Quando dirò  basta al Tg1? Non lo posso dire solo io ma lo devono dire anche i consiglieri”. E’ quanto affermato dal direttore generale della Rai, Lorenza Lei, nel corso dell’audizione di stasera in commissione Vigilanza. Il dg, poi, ha precisato che la proposta di stoppare il primo telegiornale nazionale può anche portarla in consiglio, “ma devo avere con me un coro che non deve essere composto solo da cinque anime”. Sul Tg1, inoltre, si è espresso criticamente anche il parere del presidente della commissione Vigilanza Sergio Zavoli, secondo cui “l’opinione pubblica è sempre più unanime nel criticare l’atteggiamento del Tg1 che pervicacemente continua a produrre i motivi del discredito professionale e politico che non giova al prestigio del servizio pubblico”. Per quanto riguarda i cali di ascolto, invece, per Zavoli sono “principalmente del Tg1”, non di tutta l’offerta Rai.

Non si è fatta attendere la replica del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, che ha dichiarato come Zavoli sia “un presidente di parte e lo dimostra nelle dichiarazioni che fa”. Minzolini, inoltre, ha ricordato che “Gianni Riotta, che probabilmente avrebbe avuto il consenso di Zavoli, nei due anni che ha guidato il Tg1 ha perso nei confronti del Tg5 quattro volte nel primo e quattro volte nel secondo tempo. Io lo scorso anno ho perso solo una volta e quest’anno finora solo tre volte. Nel frattempo – ha aggiunto il direttore del Tg1 -, se si prendono i primi 15 giorni di settembre, il preserale di Rai1 ha perso circa 6 punti, mentre il preserale di Canale 5 ha guadagnato due punti. Qualunque persona obiettiva e imparziale dovrebbe riflettere con maggiore attenzione su questi dati. Il primo che dovrebbe farlo è l’attuale presidente della Commissione di Vigilanza Rai”.

Colpo di scena, invece, nella vicenda “Rai- Serena Dandini“. Dopo la recente rottura delle trattative per la riconferma di “Parla con me” e le successive polemiche sull’indebolimento dell’offerta televisiva della tv di Stato, ieri, durante un’audizione in commissione vigilanza – il direttore generale Lorenza Lei ha aperto uno spiraglio per il ritorno del “divano rosso” sulle reti nazionali. “Il problema non è con Fandango – ha detto il dg -, ma è capire se il soggetto che conduce il programma sia fungibile o meno. Dandini, per quanto mi riguarda, può continuare a condurre il programma. Facciamo un contratto di scrittura ed è fatta. Non credo sia difficile fare questo programma in Rai, siamo bravi”. Un’apertura su tutta la linea, quindi, da parte di Lorenza Lei, che poi ha specificato come “quella di Dandini è stata una sua scelta. Il programma è della Rai e la natura giuridica dell’azienda obbliga a certe scelte”. Per le possibili modalità del ritorno di “Parla con me”, inoltre, il direttore generale ha già fatto intendere quale sarà la strada da seguire: “Sarà il nuovo direttore di Rai3 che si insedierà – per quanto mi riguarda anche questa settimana – che deciderà come occupare lo spazio in palinsesto, perchè è uno spazio destinato alla rete. Per ora ci saranno repliche intelligenti”.

Lorenza Lei, infine, definisce una “casualità” l’uscita contemporanea dalla tv di Stato di Michele Santoro, Paolo Ruffini e Serena Dandini. “Quella di Ruffini è una sua scelta, così come quella di Santoro – ha assicurato il neo dg – stiamo lavorando perchè da gennaio in poi ci sia un programma adeguato che possa cogliere lo spirito dello spazio che Santoro ha lasciato. Il direttore di Rai2 sta facendo un piano editoriale e va dato tempo sia a lui che al direttore generale”.

Sette, per la precisione, le questioni sulle quali ha dovuto rispondere il direttore generale Lorenza Lei, direttamente sollecitata dal presidente Zavoli in apertura di audizione. Primo punto da trattare, come detto, sono stati i “preoccupanti segnali di una generale disaffezione verso il Servizio pubblico. Il canone visto come la tassa più odiosa e quindi da non pagare. Calo di ascolti del Tg1”. Gli altri temi, invece, riguardavano: “le ricorrenti proposte che vengono da più parti sulla privatizzazione della Rai che non sempre tengono conto dell’esigenza di salvaguardare il Servizio pubblico”; le “continue ingerenze della politica che pretenderebbe di governare le scelte operative di competenza del cda. Da qui lentezze e ritardi”; lo “spoil system non come strumento per arricchire i livelli professionali dell’azienda, ma come sistema per occupare caselle secondo criteri di appartenenza. L’esempio del Tg2 per il quale, quasi un evento, l’assemblea di redazione ha chiesto all’unanimità la conferma dell’attuale direttore ad interim”; “da molto tempo senza responsabili altre importanti strutture aziendali: RaiParlamento, GrParlamento, ora anche Rai3 e la direzione di canali digitali per i quali non si intravede ancora un progetto di piena funzionalità rispondente ai doveri del servizio pubblico”;  “andamento della raccolta pubblicitaria e le iniziative di Rai e Sipra per sollecitare maggiori investimenti”;  “situazione RaiNews. Il comitato di Redazione lamenta la sottrazione di spazi, mezzi e risorse e la mancanza di un piano che rilanci la testata come canale all news dotato della necessaria capacità concorrenziale rispetto ad altre emittenti”.

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