“Berlusconi? E’ rincitrullito, attaccato al posto che occupa, non so perché rimanga ancora lì. Ha fallito, dovrebbe andarsene via”. Parole pesanti quelle di Maurizio Zamparini, numero uno del Palermo calcio, che ieri, nel corso di “Un giorno da pecora”, format in onda sulle frequenze di Radio Due, ha detto la sua sulle vicende calcistiche di casa nostra e non solo.
Oltre che per l’amore per il pallone, Zamparini è noto anche per il suo temperamento focoso. E allora, a briglie sciolte, punzecchiato da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, i due conduttori del programma radiofonico, il presidente della squadra siciliana si è scagliato contro il premier senza farsi troppi problemi. “Si deve dimettere – ha detto – glielo chiedono tutti gli italiani. Tutti vogliamo che se ne vada, ma lui non lo fa…”.
E Antonio Nocerino? Il giocatore che è passato dal Palermo al Milan nell’ultima finestra di calciomercato? “Me l’ha quasi estorto Galliani – tuona il “Zampa” –. Ormai sono talmente poveri che prendono i giocatori a fine contratto. Dove pensate che andrà Montolivo il prossimo anno?”. Secondo il presidente, A Milano, ovviamente sulla sponda rossonera. E poi, incalzato da Lauro, la stoccata finale. “Parla di denaro proprio lei che ha venduto Pastore per 43 milioni di euro…”, chiede il conduttore provocando la risposta stizzita del Zampa: “Beh, ma lo sceicco arabo è un signore, mica è Berlusconi…”.
Chiusa la pratica Berlusconi, si apre il fascicolo sul calcio scommesse. Anche su questo argomento il patron rosanero non delude: “Dal ’47 al ’90 bisognerebbe togliere tutti gli scudetti. Il potere nel settore arbitrale c’è sempre stato, soprattutto quando non c’era ancora la tv e gli arbitri facevano di peggio. Se non ho mai telefonato agli arbitri? Certo, 4 o 5 volte, ma soltanto per protestare”.
Poteva mancare qualche parola sul fatto del giorno, la decisione del figlio di Di Pietro di “scendere in campo” al fianco del padre? Ovviamente, no. Meglio lui o “il trota”? “Nessuno dei due – sostiene Zamparini -. Il nepotismo dovrebbe finire, altrimenti torniamo all’era dei papi”. E se fosse proprio lui a candidarsi e a scendere nell’agone politico? “Mai, sarei un pazzo se lo facessi”.