Una notte intera dedicata ai ricercatori europei e italiani che, sulle tracce della scienza, trasformerà città italiane ed europee in laboratori dedicati alla ricerca. E’quanto accadrà nella serata di venerdì 23 settembre, quando prenderà il via “Everyday Science – Italy play Science” per illuminare 44 città italiane e 320 europee delle luci abbaglianti e tecnologiche della ricerca. Il progetto, coordinato da Aster e promosso dalla Commissione Europea, approda alla sua terza tappa con lo scopo principale di fare luce sul valore e l’importanza di una professione come quella dei ricercatori, pietra miliare per il futuro del nostro Paese.
All’interno del progetto nazionale un ruolo importante lo svolgeranno molte città italiane insieme all’Emilia Romagna che coinvolgerà Bologna, Faenza, Ferrara, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia, cercando di attirare curiosi e non, cittadini, studiosi, famiglie, ragazzi e universitari in giochi scientifici, esperimenti, mini conferenze, concerti e spettacoli. Obiettivo comune, la scoperta di una scienza alla portata di tutti, una scienza che abbandona laboratori chiusi e inaccessibili per invadere le piazze e inserirsi comunemente nella vita di tutti i giorni.
E così si inizierà venerdì con una cerimonia di inaugurazione presso la sala Farnese del Comune di Bologna, che culminerà con la lectio magistralis del professor Vincenzo Balzani. Alle 17,45 la P-Funking Band segnerà, tra note disco e soul, il vero e proprio ‘start’ della ‘Notte dei Ricercatori’, che attraverserà le vie della città da piazza Maggiore e piazza Scaravilli. Il momento cruciale della serata sarà segnato dalla diretta web che, da uno studio allestito all’interno del Foyer del teatro Comunale , trasmetterà in rete, gli eventi principali della serata collegandosi con le piazze delle altre città dell’Emilia Romagna e dell’Italia.
Da segnalare inoltre, in piazza Scaravilli, la possibilità di assistere ad esperimenti ed incontri in cui i ricercatori mostreranno i frutti del loro lavoro. Tra la sede dell’Università di Bologna, l’Accademia delle scienze e la Scuderia di piazza Verdi si terranno diversi spettacoli in cui i ricercatori saranno unici protagonisti. Ma anche la chimica sarà in primo piano all’interno delle varie iniziative dedicate alla ricerca.
Nel laboratorio Culture Creative Start infatti, progetto curato dalla Fondazione Marino Golinelli e dal Comune di Bologna, ricercatori e docenti dell’area della ricerca del Cnr dell’Università di Bologna presenteranno la mostra “Questione….di chimica”, che resterà aperta al pubblico fino al 27 settembre.
“ La notte dei ricercatori – ha dichiarato Paolo Bonaretti, direttore generale di Aster, durante la presentazione del progetto, tenutosi questa mattina presso la sede della Regione – vuole proprio sottolineare la funzione vitale dei ricercatori. Li potremmo definire i lavoratori della conoscenza. E nella realizzazione di questa iniziativa numerosi sono i partner che hanno collaborato, tra cui la Regione Emilia Romagna, le Università, il Comune di Bologna, Cnr, e il Festival della Scienza”.
Una rete di collaborazione definita “necessaria” in un momento di crisi che non deve però fermare la ricerca, fonte di progresso preziosa per il Belpaese. E ancora le parole di Patrizio Bianchi, assessore regionale all’Università e alla Ricerca che definiscono il progetto “come un investimento nella diffusione della ricerca, per uscire dal tunnel della crisi e incentivare il progresso all’interno della produttività”. C’è poi chi come Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive, vede la ‘Notte dei Ricercatori’ “un vero e proprio modo di incentivare l’intelligenza e per farlo risulta sempre più necessaria l’alleanza finendo di badare unicamente al proprio orticello”.
L’assessore comunale Matteo Lepore, esprime il suo entusiasmo per “un progetto che sottolinea come Bologna sia una città che diverrà sempre più all’avanguardia nell’innovazione, la ricerca e la tecnologia, andando a costituire il cuore di una città metropolitana nella quale il Comune sarà al fianco dei ricercatori”. Da segnalare inoltre come elemento importante alla realizzazione dell’iniziativa, il contributo del Festival della Scienza di Genova, come ha sottolineato, il presidente dell’associazione Manuela: “La notte dei ricercatori è una bella occasione per festeggiare anche i 150 anni della scienza, e la cosa divertente è che per quest’iniziativa si è mobilitata tutta l’Italia. Possiamo dire che unendo Festival della Scienza di Genova e la ‘Notte dei Ricercatori’ festeggiamo l’Unità d’Italia della Scienza”.
Insomma parole che esprimono quanto la ricerca sia un elemento prezioso per il progresso, per tracciare passo dopo passo il ‘domani’. Anche se restano latenti i continui ‘flussi migratori’ di ricercatori che abbandonano l’Italia perché dichiarano a malincuore, che il nostro Paese non offre futuro, non offre possibilità concrete per fare ricerca. “I ricercatori che se ne vanno dall’Italia – chiarisce l’assessore Bianchi – sono molti di più rispetto a quelli che vengono in Italia dall’estero. Siamo poco attrattivi da questo punto di vista”.
Il problema è che la ricerca non deve restare solo negli ambiti universitari ma è necessario che questa entri a tutti gli effetti all’interno di un ambito lavorativo. Dobbiamo attuare un grande sforzo affinché la scienza venga vista come un elemento della vita quotidiana. E con questo progetto diciamo basta ai ‘flussi migratori’ dei nostri ricercatori”.
Una risposta concreta agli investimenti nella ricerca può essere vista nella realizzazione degli ultimi anni da Piacenza a Rimini, di una rete di tecnopoli ad alta tecnologia con sei piattaforme definite le ‘cittadelle delle scienza’ che hanno visto un investimento complessivo di 222 milioni, di cui 118,6 da risorse regionali, 90 milioni dalle università e dagli enti di ricerca e 14 milioni dagli enti locali. Un progetto reale che ha dato vita a 463 contratti di ricerca, dando così origine a numerosi laboratori. Insomma in poche parole si tratta di un percorso concreto, che attende di espandersi verso nuovi orizzonti, quelli che la ricerca sa e può offrire.
di Carmen Pedullà