Domani, con molta probabilità, il Parlamento dirà “no” all’arresto del deputato del PdL e moderno Caligola Marco Milanese (al momento autosospesosi), accusato di corruzione, associazione a delinquere e rivelazione di segreto d’ufficio. Lui, manco a dirlo, si sente perseguitato. Tutto questo a conferma, casomai servisse, dell’invalicabile degrado morale e politico di questa maggioranza di governo.
Mentre gli onesti lavoratori e i troppi disoccupati italiani si ritrovano ogni sera a scrutare le proprie tasche per assicurarsi che ci sia ancora qualche spicciolo per il pane, “qualcuno” organizza vertici per decidere se dare indicazioni di voto o lasciare libertà di “coscienza” (a trovarla, questa coscienza). C’è anche chi litiga sulle modalità del voto: con le palline o no? E, infine, c’è chi lamenta l’assenza di Alfonso Papa, detenuto a Poggioreale. Si tratta di una situazione che supera l’indecenza.
La verità è che dentro il palazzo troppi sono lontani anni luce dalla realtà sociale del paese Italia; non hanno idea di cosa succeda fuori dal loro rifugio dorato, e fingono di non immaginare cosa potrebbe accadere. Semplicemente non vogliono rassegnarsi al tracollo del sistema putrido che hanno criminosamente costruito sulle spalle degli italiani: vogliono aggrapparsi con tutte le proprie forze a quella poltrona che garantisce loro privilegi e impunità; il resto non conta. Nessuno quindi si stupirà se domani, ancora una volta, il principio di legalità sarà del tutto ignorato a vantaggio della tenuta di una maggioranza fantasma. Rimane il fatto che il Parlamento viene utilizzato solo e soltanto quale tribunale di regime, in cui la legge è un’opinione, in un momento in cui il paese sta letteralmente naufragando tra gli sguardi increduli dei leader europei e mondiali, e in un momento nel quale il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando della Libia all’assemblea delle Nazioni Unite, ringrazia tutti, ma proprio tutti, tranne l’Italia (che, ricordo, ha prestato le basi militari per l’intervento). Un isolamento lampante e senza precedenti.
Tutte le scabrose vicende che hanno travolto il Presidente del Consiglio e molti dei suoi accoliti, hanno portato in questi anni al totale deterioramento dell’immagine e della credibilità del nostro paese nel mondo. Il governo bisogna mandarlo a casa e al più presto, però bisogna prestare molta attenzione a calamità inciuciste come i D’Alema e i Casini, che hanno sempre fatto da stampella a Silvio Berlusconi e che stavolta rischiano di farci colare a picco definitivamente.