Mentre la stabilità del governo è appesa ad un filo, le opposizioni fanno sentire la propria voce. E il leader dell’Italia dei Valori, con il suo consueto linguaggio diretto, fa sapere attraverso il suo blog che “sta sbocciando la rivolta sociale” e che, perciò, “prima che ci scappi il morto”, è bene “mandare a casa questo governo”. “La maggioranza ha una grande responsabilità politica di un governo che non ha più nulla da dire o da dare e che, chiuso nel suo bunker, pensa di poter ancora governare il Paese”, ha attaccato Antonio Di Pietro. Che poi, sulla richiesta di arresto avanzata dai magistrati nei confronti del deputato del Pdl Marco Milanese, oggetto del voto di domani da parte di deputati e senatori, ha aggiunto: “Domani il Parlamento si gioca l’ultimo scampolo di credibilità. Se vende la propria dignità diviene complice di uno stato di corruzione ormai diffuso”.
Poi, in una video lettera che andrà in onda alla trasmissione “La versione di Banfi” condotta da Alessandro Banfi su retequattro, si rivolge direttamente al leader della Lega – che ancora non ha espresso il suo orientamento circa il voto di domani – Umberto Bossi, e gli chiede: “Hai detto: ‘non voteremo perché mi dispiace mandare la gente in galera. Caro Umberto, sei sempre tu? Stai bene? Che ti ha fatto Berlusconi? Non è che hai perso un pò la testa?”.
E ricorda i tempi del 1992, quando Bossi stava “col cappio in mano” e gridava: “In galera!In galera”. “Caro Umberto, – ha detto Di Pietro – la storia deve ancora definire se la prima pietra l’hai tolta tu nel ’91 presentandoti con la Lega in grande stile al Parlamento o io nel febbraio del ’92 quando mi sono presentato con i carabinieri a pigliarli dal Parlamento”. Ma, “indipendentemente da chi ha avuto lo ius primae noctis”, per l’ex magistrato Umberto Bossi “ha perso la testa”. E a lui rivolge una domanda: “Perché il povero cristo, magari extracomunitario, che non ha rubato niente, mette piede sulle nostre spiagge e non ha il passaporto deve finire in galera, mentre per un parlamentare che ruba ti dispiace che vada in galera? Quali sono le persone che ti piace o ti dispiace mettere in galera?”
Tornando dalle provocazioni ai fatti, Di Pietro individua come soluzione il voto anticipato. O, “in via eccezionale, un governo istituzionale per fare una nuova legge elettorale”. Ma intanto la richiesta formalizzata dall’Idv di avviare una discussione sulla riforma elettorale, che era stata accolta dal presidente del Senato Renato Schifani, è stata bloccata oggi dalla conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.
Ma le parole del leader Idv non piacciono a tutti neanche all’interno dell’opposizione: il deputato Pd e vicepresidente della Commissione Affari Europei Enrico Farinone definisce quello di Di Pietro “un linguaggio che va oltre ogni legittima critica al governo” e avverte che questo costituisce “un motivo in più per ragionare sulle future alleanze”.