Stasera, al Teatro Valle di Roma, si terrà un incontro aperto con il teatro indipendente: lingua, linguaggi, paesaggi, spazi della scena contemporanea. Che vuol dire immaginare un centro di drammaturgia a partire dalle esperienze esistenti e vive in Italia? Quali sono le scritture del contemporaneo? Perché i teatri stabili non funzionano come dovrebbero? “Quella del Teatro Valle a Roma, così come le esperienze analoghe che si moltiplicano in tutta Italia – dice la musicista Alessandra Celletti – è una realtà che parla a tutti noi e di tutti noi; della fatica di fare cultura e della determinazione a non volersi rassegnare che tutto sia sempre e solo logica mercantile, della peggior specie e peraltro infruttuosa e distruttiva. Tante e tanti in queste settimane hanno affermato la loro volontà di non arrendersi ad una mentalità gretta e violenta che sempre più riduce gli spazi dell’arte. Tanti giorni di gesti, parole, immagini e musica a difesa di un luogo che è molto più grande delle mura dello storico teatro romano”.
Come in molti sanno, il 14 giugno 2011 è stato occupato il Teatro Valle di Roma dalle lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo contro i tagli alla cultura (http://www.teatrovalleoccupato.it/chi-siamo, http://www.facebook.com/teatrovalleoccupato). Artisti da ogni parte sono accorsi per elaborare proposte su nuovi sistemi di gestione del teatro pubblico ripensando dal basso diversi modelli di politiche culturali in Italia. Tra i tanti, collabora anche Alessandra Celletti (www.alessandracelletti.com) e il 27 settembre presterà la sua musica e il suo impegno suonando per tutti. Un contributo importante, oltre che certamente uno spettacolo d’eccellenza. Le creazioni della compositrice infatti riguardano un ambito creativo molto originale nel il panorama artistico della musica classica internazionale (si parla di colore dei suoni e equilibrio dinamico tra le note): lontana dalle etichette, difficilmente catalogabile in un genere, indiscutibilmente indipendente, usa il piano come mezzo e mai come fine.
Affermata come autrice con il lavoro “Chi mi darà le ali” (2006), resta comunque una grande interprete di Debussy, Ravel e Satie, ma anche Gurdjieff/De Hartmann, Scott Joplin e Philip Glass. Al Valle ripercorrerà successi degli album “The Golden Fly” e “Way Out” e renderà omaggio alle sue strampalate collaborazioni: dal gruppo etno-rock degli Agricantus, all’artista concettuale svedese Paulina Wallenberg Olsson, dal sassofonista Nicola Alesini al compositore inglese Mark Tranmer (aka GNAC), con il quale ha recentemente pubblicato l’album “The Red Pages“. Il libero movimento dei suoni ha anche reso possibile l’incontro con uno dei massimi esponenti della musica elettronica sperimentale contemporanea, Hans Joachim Roedelius (“Sustanza di cose sperata“, 2009, uscito in contemporanea a “Alessandra Celletti plays Baldassarre Galuppi“, dedicato a Baldassarre Galuppi, autore veneto del Settecento).
Probabilmente sarà anche possibile ascoltare in anteprima qualche brano di “Crazy girl blue”, album (il 13°) in uscita il 10 ottobre: “Da sempre il blu è il mio colore preferito, forse perché è il colore del cielo e della libertà. Per anni guidare l’aliante mi ha insegnato a sviluppare l’intuizione, a riconoscere la direzione dei venti e il colore delle nuvole. C’è un punto d’incontro tra la disciplina che ho appreso per volare a vela e quella che occorre per suonare il pianoforte: la leggerezza. Ed è forse proprio questa la caratteristica che maggiormente descrive il mio modo di comporre e di suonare”. E il buddismo? “Mi aiuta a sviluppare valore, a restare in contatto partecipato con tutto ciò che è in me e fuori di me, a diventare la mia musica e a far diventare la mia musica me. Mi aiuta a comunicare sempre”. Per chi non potesse raggiungere Roma il 27, si prenoti per l’ottava edizione del Planet Tree Music Festival, rassegna che copre un ampio spettro di world music e classica contemporanea che si svolgerà a Londra dal 16 al 20 novembre 2011.