Fino allo scorso anno c’erano 103 milioni di euro destinati ai comuni per rimborsare il costo dei libri di testo agli alunni delle elementari: adesso sono spariti. Mentre l’articolo 34 della Costituzione dice che la scuola dell’obbligo deve essere gratuita, sulle famiglie cade un’altra tegola in testa: se il comune non rimborsa i cartolai, devono pagarsi anche i libri fin dai primi anni di scuola, da 18 euro per la prima a 45 per la quinta classe.
In genere i comuni continuano tuttavia a erogare i fondi, a loro spese, ma a Calenzano, un grosso centro alle porte di Firenze, no. Il sindaco di centro sinistra Alessio Biagioli ha infatti scelto di invitare le famiglie a comprarsi i libri, fatta eccezione per quelle con un reddito al di sotto di 16mila euro. “Come per la mensa – spiega il sindaco – e come per tutti i servizi sociali: non possiamo garantire la gratuità a chi ha molto e a chi ha poco allo stesso modo”. Ma la gratuità voluta dalla Costituzione? “Lo Stato dovrebbe passarci i fondi per fronteggiare questo impegno, ma non lo fa – risponde Biagioli – siamo in una situazione di emergenza nella quale già ai comuni si chiede di rimediare a carenze pesanti a cui lo stesso Stato dovrebbe provvedere. Ma per il sostegno ai disabili, ad esempio, questo non succede, e allora per non lasciare abbandonati questi alunni cerchiamo di rimediare noi, a nostre spese. Così per la mensa e tante altri importanti funzioni indispensabili per garantire a tutti il diritto allo studio. Ma per raggiungere questo obiettivo non possiamo tener conto delle famiglie in modo indiscriminato: chi può pagare deve pagare”.
Insomma addio “scuola dell’obbligo gratuita” voluta dai nostri padri costituenti, anche se va detto che da anni ormai questo è diventato un principio più che altro teorico. “Scuola elementare gratuita? – si chiede il sindaco di Calenzano – Ma ogni anni alle famiglie viene chiesto un contributo, altrimenti le scuole non sarebbero in gradi di garantire nemmeno la carta igienica. E se abbiamo scelto di abolire la gratuità dei libri lo abbiamo fatto anche come un segnale di protesta contro le inadempienze centrali. Perché ci si renda conto in che condizioni i comuni sono costretti a gestire i propri servizi con la manovra che è stata appena varata”. L’iniziativa di Calenzano non è comunque piaciuta a tutti. Contro si è dichiarata già l’Associazione genitori Toscana ha inviato una lettera circostanziata a Sindaco, Prefetto, Assessorato Regionale e Ufficio Scolastico chiedendo un ripensamento della delibera.