Sono tre i fronti aperti: la raccolta del pattume con i lavoratori che incrociano le braccia, i conferimenti fuori regione con il caso 'Puglia' e le autorizzazioni per far salpare le navi con i carichi di rifiuti verso il nord Europa
La questione rifiuti in Campania non è risolta, potrebbe tornare l’emergenza. Un dato che emerge chiaramente dalle audizioni che la commissione ecomafie ha effettuato, ieri durante la missione nella regione. In particolare la situazione resta critica, si opera in “un equilibrio instabile”.
L’emergenza fa rima con sprechi, la Corte di Conti indaga sui più di 150 comuni campani per inadempienze, in particolare il mancato avvio della raccolta differenziata avendo sottratto soldi alla pubblica amministrazione. Un dato contenuto nell’audizione di Tommaso Cottone, capo della Procura regionale. Un’emergenza non ancora finita. Sono tre i fronti aperti che potrebbero aggravarla, facendo ripiombare la città di Napoli in emergenza. Il primo è la raccolta del pattume con i lavoratori che incrociano le braccia, il secondo è relativo ai conferimenti fuori regione con il caso ‘Puglia’, il terzo attiene al tempo necessario per autorizzare le prime navi a salpare con i carichi di rifiuti verso il nord Europa.
Andiamo con ordine. Al centro di Napoli in alcune zone si è registrata la nuova presenza di cumuli di rifiuti, quasi 500 tonnellate, per lo sciopero indetto dai lavoratori dell’azienda Lavajet che per conto di Asia, la municipalizzata del comune, raccoglie la spazzatura. Gli operai denunciano il mancato pagamento degli arretrati, il comune dal canto suo fa sapere di aver stanziato le risorse. “Compiere una interruzione di pubblico servizio – ha fatto sapere Raphael Rossi, presidente Asia – senza concordarla con le sigle sindacali e comunicarla preventivamente all’azienda, è un atto gravissimo contro la città intera che non merita questo ulteriore disservizio”.
Una situazione che sembra rientrata in queste ore, ma che si ripresenta ciclicamente. La seconda questione è relativa al trasporto fuori regione dei rifiuti, provenienti dagli Stir campani. Il decreto del governo che prevedeva l’accordo tra le regioni è decaduto e presso il consiglio di Stato pende un ricorso per sospendere il traffico di pattume. Lorenzo Nicastro, assessore regionale all’ambiente della Regione Puglia ha evidenziato che in due rilievi effettuati dall’Arpa nella discarica Italcave di Taranto dove arrivano i rifiuti della Campania, si rilevano diverse irregolarità. “Nei rifiuti provenienti dagli Stir (si tratterebbe di quello di Salerno, ndr)– denuncia l’assessore – sono risultate assenti le determinazioni relative ai parametri diossine e furani, inoltre è stata evidenziata l’incompleta indicazione dei dati relativi ai laboratori di analisi nonché dei chimici abilitati. La Campania non può scaricare la sua crisi su di noi”.
L’assessore Nicastro, vista la situazione, ha emesso una ordinanza di diffida nei confronti degli impianti pugliesi, il preludio, senza le necessarie verifiche, anche ad una sospensione dell’esercizio. In breve la regione Puglia non può bloccare la partenza, ma bloccherebbe gli impianti di ricezione. Una decisione che Giovanni Romano, assessore all’ambiente della regione Campania, giudica: “Di natura politica che dovrà essere valutata in sede amministrativa”. Sui trasporti dei rifiuti in Puglia, avvenuti in questi mesi, c’è anche un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Lecce per presunte irregolarità nello smaltimento e trasporto, indagine che si aggiunge a quelle in corso sulle aziende pubbliche di Napoli e Salerno. Ombre erano emerse già nei confronti di un ditta di trasporto la Adiletta, incaricata dei viaggi per la Sicilia, poi esclusa dal nolo dopo la ricezione di un stop prefettizio.
Il terzo fronte è quello delle navi verso l’estero. Il comune di Napoli ha avviato l’allargamento della raccolta differenziata porta a porta in altri quartieri della città, ma in attesa che si riduca il monte rifiuti c’è l’urgenza di disporre delle navi che porteranno i rifiuti verso le regioni del nord Europa. Inizialmente si era parlato di un primo carico in partenza entro settembre, una ipotesi tramontata. “ Diciamo che entro un mese – dichiara Giovanni Perillo, direttore tecnico della Sapna – dovrebbe partire la prima nave, smaltiremo ad un costo contenuto rispetto a quello tradizionale”. La Sapna è la società della provincia di Napoli che ha costituito con l’Asia un consorzio di scopo per la gestione dei carichi di rifiuti in partenza. Al momento bisogna ancora scegliere, con gara già in corso, la ditta che si occuperà di caricare i rifiuti sulle navi e delle necessarie autorizzazioni, i tempi potrebbero allungarsi. ” C’è un altro aspetto molto delicato – ricorda Alessandro Bratti, deputato Pd in commissione ecomafie – entro fine anno, come prevede l’ultima manovra finanziaria, le società pubbliche che gestiscono i rifiuti, dovranno mettere sul mercato il 40% delle loro azioni, con il rischio dell’ingresso di privati vicini al crimine organizzato”. Un sistema, quello campano, ancora fragile che potrebbe nuovamente andare in tilt.