“Ancora una volta, purtroppo, motivi esogeni hanno prevalso sull’interesse dell’azienda”: è quanto dichiarato dal presidente Rai, Paolo Garimberti, commentando il rinvio del pacchetto di nomine all’ordine del giorno della riunione del consiglio d’amministrazione Rai. Oggi, infatti, era in programma l’assegnazione degli incarichi per la direzione di RaiTre (in pole Antonio Di Bella), Tg2 (domani scade l’interim a Marcello Masi), Rai Parlamento (Gianni Scipione Rossi), Gr Parlamento (Giovanni Miele) e Rai Gold (Roberto Nepote). Al momento della votazione, quattro consiglieri di maggioranza (assente Angelo Maria Petroni) hanno fatto mancare il numero legale, con le nomine che così slittano alla prossima settimana.
La mossa non è andata giù a Garimberti, che ha attaccato duramente il modus operandi dei consiglieri di maggioranza: “E’ la stessa logica – ha detto il presidente Rai – per la quale quando si critica la qualità o gli ascolti di un telegiornale o di un approfondimento immediatamente si alza il fuoco di sbarramento dei difensori politici d’ufficio. La Rai non può più permettersi di essere paralizzata da giochi e giochini di parte”. Il comportamento dei quattro, secondo Garimberti, è aggravata alla luce della difficoltà contingente vissuta dalla televisione di Stato. “In un momento in cui, come è stato illustrato e documentato oggi in Cda dal vicedirettore generale Antonio Marano, c’è la necessità e l’urgenza di migliorare la competitività della Rai nel mercato televisivo, è stata fatta una scelta di impedire le nomine di canali e testate prive di direttori nonostante il direttore generale avesse con coerenza confermato le sue proposte. E’ una scelta che indica come ragioni altre, o come suol dirsi le logiche della lottizzazione, siano più importanti di quelle che presiedono a una sana gestione di un’azienda”.
Sulla stessa linea d’onda la reazione dei consiglieri di opposizione. “Irresponsabile: non troviamo aggettivazione diversa per definire il comportamento dei consiglieri che facendo venir meno il numero legale hanno impedito che venissero nominati i direttori. Nonostante il delicatissimo momento che l’azienda sta vivendo per la crisi di ascolti e di ricavi sulle nomine, continuano a prevalere piccoli interessi personali e di parte” hanno detto Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, secondo i quali “è bene far sapere all’opinione pubblica che questa volta è stata fatta la scelta di lasciare quattro importanti direzioni vacanti soltanto perché non è stata condivisa la pretesa di nominare per la prima volta condirettori a Gr Parlamento e Rai parlamento, testate importanti ma con un numero di redattori (rispettivamente 20 e 30 unità) che non giustifica assolutamente una così rilevante modifica organizzativa”. Amara la conclusione dei consiglieri d’opposizione: “Abbiamo da tempo espresso preoccupazioni sul futuro dell’azienda e dopo l’andamento degli ultimi due consigli di amministrazione non possiamo che lanciare un vero e proprio allarme”.
Nella riunione del cda di oggi, inoltre, si è discusso anche del calo degli ascolti Rai (e in particolari quelli del Tg1), con il vicedirettore generale Antonio Marano che avrebbe presentato dati articolarmente negativi per Rai1 e, nell’ambito della rete, anche per il Tg1. Per questo motivo, il dg avrebbe prospettato l’ipotesi di ascoltare in consiglio il direttore di Rai1, Mauro Mazza, e il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, per approfondire la questione.