“Togli il diritto, e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?”. Mentre a Berlino, nell’aula del Bundestag, Benedetto XVI citava Sant’Agostino, a Roma nell’aula della Camera la maggioranza negava l’arresto del deputato Milanese. L’ex consigliere del ministro Tremonti è accusato dai pm di Napoli di associazione per delinquere, corruzione (riceveva “cospicue somme di denaro e altre utilità” in cambio di nomine in società controllate dal Tesoro) e rivelazione di segreto d’ufficio. Se l’Agostino ricordato dal Papa fosse stato presente ieri a Montecitorio, avrebbe avuto ampio materiale per aggiornare la sua frase.
Primo. Il diritto si può togliere, come fanno i tiranni, ma si può anche manipolare, comprare e vendere come se fosse merce scadente. In Italia questa pratica avviene attraverso uno scambio fruttuoso tra il boss e i suoi bravi: io ti faccio eleggere e tu voti senza fiatare tutto ciò che ordino (“dare moneta, vedere cammello”, direbbe l’esperta Arcuri).
Secondo. La casta dei politici protegge se stessa. E quindi per nessuna ragione al mondo si autorizza l’arresto di deputati e senatori (l’onorevole Papa spedito a Poggioreale resta un fenomeno inspiegabile). Altrimenti “di questo passo può toccare a chiunque di noi”, ha ben sintetizzato l’esperto Pdl Paniz, secondo il quale Ruby era davvero la nipote di Mubarak. E che dunque di cammelli se ne intende.
Terzo. Il voto di ieri rassicura Milanese, il quale rassicura Tremonti, che rassicura Berlusconi. Un triangolo perfetto in cui tutto si tiene come nei rituali di certe società segrete meridionali di cui non faremo il nome.
Quarto. Mentre il primo ministro Nerone si trastulla e sistema servi e cortigiani, Roma brucia (Financial Times). L’Italia è sull’orlo della bancarotta, i cittadini temono il peggio, lo Stato è ostaggio di una banda che pensa soltanto alla propria salvezza. Sant’Agostino li chiamerebbe briganti.
Il Fatto Quotidiano, 23 settembre 2011